La Nuova Sardegna

Sassari

«Mai toccato la mia ex, era lei che insultava me»

«Mai toccato la mia ex, era lei che insultava me»

In aula un 37enne accusato di violenza sessuale e lesioni: «Rapporto burrascoso perché era gelosa»

22 luglio 2020
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SASSARI. «Sì, è vero, il nostro rapporto era burrascoso, ma solo perché lei era molto gelosa. Non voleva che uscissi». Si è sottoposto ieri a esame il 37enne sassarese (il nome non viene scritto per tutelare la figlia minore) che era stato arrestato a luglio dell’anno scorso dalla squadra mobile con l’accusa di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della ex compagna (parte civile con l’avvocato Laura Secchi). Un rapporto tormentato, una storia fatta – come aveva raccontato la donna agli inquirenti – di violenze fisiche e verbali, di gravidanze interrotte in seguito a rapporti «pretesi con la forza» (sosteneva lei), di umiliazioni di ogni genere che alla fine l’avevano convinta a lasciare e a denunciare quell’uomo.

All’esito dell’attività investigativa il 37enne (difeso dall’avvocato Gianluigi Poddighe) era stato arrestato dalla polizia e subito dopo il giudice aveva disposto che venisse processato con giudizio immediato. Dalla ricostruzione dei fatti era venuto fuori un quadro inquietante del rapporto tra i due. Fatto di offese, di umiliazioni, di percosse anche durante i periodi di gravidanza. In un’occasione lui avrebbe urinato addosso alla donna: «Il gatto segna sempre il suo territorio e tu sei di mia proprietà» le avrebbe detto.

«Era lei che insultava me e anche mia nonna che mi ha cresciuto – ha detto ieri l’imputato durante l’esame davanti al collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu – Quando assumeva droghe usava violenza contro di me, una volta mi ha colpito con una moka bollente». Stando però al racconto choc della donna, tra il 2015 e il 2016 – durante la convivenza – lei sarebbe stata costretta a portare avanti la gravidanza, rinchiusa in casa dove le sarebbe stato impedito di avere qualsiasi contatto anche telefonico con l’esterno. «Decidemmo insieme di tenere la bambina» ha replicato l’imputato rispondendo alle domande dell’avvocato Poddighe e della pm Beatrice Giovannetti. L’uomo ha anche negato – contrariamente a quanto riferito da una testimone – di aver mai picchiato la ex compagna. Era infatti emerso che durante un ricovero in ospedale, poco prima del parto, l’imputato l’avesse colpita con pugni in diverse parti del corpo e l’avesse minacciata di morte «dicendole di non chiedere aiuto al personale sanitario perché nel caso in cui fosse stato rinchiuso (in cella ndc) per causa sua l’avrebbe ammazzata “aprendola come un maiale”». Ha anche negato di aver spalmato sul capo della ex la salsa ketchup quando lei aveva espresso il desiderio di tingersi i capelli di rosso. Tra le accuse, poi, anche quella di aver preteso e consumato dei rapporti sessuali contro la volontà della donna. «Violentata a marzo del 2018? Impossibile – si è difeso – ero in carcere in quel periodo». Il processo è stato aggiornato al prossimo novembre. (na.co.)



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