La Nuova Sardegna

Sassari

Abusi sulla nipotina, zio indagato

di Nadia Cossu
Abusi sulla nipotina, zio indagato

Una bambina di 8 anni alla mamma: «Mi diceva che era un nostro segreto». Ieri l’incidente probatorio

29 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. I presunti abusi sarebbero avvenuti mentre la bambina, che ha otto anni, andava a trovare il padre, separato da sua mamma. E in queste occasioni la piccola avrebbe incontrato anche lo zio 63enne del genitore che, saltuariamente, andava a casa del nipote per aiutarlo in alcuni lavori di edilizia.

A far saltare fuori una realtà sconcertante – qualora le accuse venissero confermate – è stata la stessa bambina che un giorno, mentre faceva il bagno nella vasca di casa, avrebbe usato con la mamma delle espressioni (parlando del proprio corpo) che non appartengono certamente al linguaggio di una bambina di 8 anni. Frasi che hanno giustamente messo in allarme la donna che si è rivolta a un avvocato e ha poi presentato una denuncia. Ora il 63enne è indagato per violenza sessuale.

Il titolare dell’inchiesta, il pubblico ministero Angelo Beccu, ha affidato le indagini al personale della squadra mobile di Sassari e ha in seguito chiesto al gip che la piccola venisse sentita durante un incidente probatorio.

Incontro che si è tenuto ieri mattina nella stanza delle audizioni protette del tribunale di Sassari davanti al giudice Antonello Spanu. La bambina, che è stata sentita alla presenza di una specialista esperta in neuropsichiatria infantile, ha confermato quasi tutte le accuse, ha tentennato solo su alcuni particolari che aveva invece raccontato alla mamma nei primi momenti.

Gli abusi sarebbero avvenuti durante le visite a casa del padre, nei momenti in cui quest’ultimo sbrigava alcune faccende e quindi non aveva sua figlia costantemente davanti agli occhi. Le “attenzioni” morbose dell’indagato sarebbero consistite in “toccamenti” nelle parti intime della nipotina. E, puntualmente, si sarebbero concluse con la frase: «Guarda che questo è un segreto mio e tuo».

E probabilmente, se non le fosse scappata quella frase mentre sua mamma la aiutava a lavarsi, non avrebbe mai raccontato nulla. E invece – fortunatamente – è stata l’occasione per liberarsi di un peso che portava dentro.

La mamma infatti, sorpresa da quell’espressione, ha iniziato a farle una serie di domande. Voleva sapere da chi avesse sentito quella parola, se era successo a scuola o altrove. E la risposta l’aveva spiazzata: «È stato lo zio». E aveva poi aggiunto alcuni particolari raccapriccianti.

L’uomo, difeso dall’avvocato Antonio Meloni, ha negato ogni cosa, nonostante la bambina durante l’incidente probatorio – assistita dall’avvocato Daniela Perinu – sia stata precisa nella ricostruzione dei fatti.

È stata anche disposta una perizia psicologica finalizzata a stabilire l’idoneità fisica e mentale della bambina a rendere la testimonianza. E in questo modo poter «accertare se siano presenti disturbi della sfera cognitiva o affettiva che possano interferire con l’esatta percezione della realtà».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Video

Raggiunto l'accordo per la Giunta, Alessandra Todde: «I nomi degli assessori subito dopo Pasqua»

Le nostre iniziative