processo al neurologo dore e altri 20 imputati
Spunta un video, citati nuovi testimoni
Caso Alzheimer, il collegio ha rinviato la chiusura del dibattimento
16 settembre 2020
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SASSARI. Con la testimonianza del professor Virginio Agnetti, direttore della clinica neurologica dell’Aou di Sassari, avrebbe dovuto chiudersi ieri mattina l’istruttoria dibattimentale nel processo a carico del neurologo di Ittiri Giuseppe Dore e di altri venti imputati a vario titolo per i presunti maltrattamenti ad alcuni pazienti affetti da Alzheimer. Ma ulteriori produzioni delle parti civili e del difensore di Dore e di altri dieci imputati ha reso necessario un rinvio a martedì prossimo. In particolare gli avvocati Danilo Mattana e Alberto Sechi (che assistono i familiari di un giovane morto suicida e che secondo la Procura si sarebbe tolto la vita su istigazione di alcuni imputati) hanno prodotto un video nel quale si sentirebbe la voce di una persona (che i legali ritengono sia proprio quella del neurologo Dore) mentre darebbe delle indicazioni “discutibili” ai parenti di un paziente su come trattare il loro caro nel caso sbagli alcuni esercizi con le mani. Il collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu (a latere Sergio De Luca e Giulia Tronci) dopo una camera di consiglio ha deciso di sentire in aula la persona che ha realizzato il video e quella che l’ha ricevuto. Ed è stato quindi necessario rinviare la chiusura del dibattimento.
Il professor Agnetti, invece, a precisa domanda del giudice Pusceddu circa le “caratteristiche innovative” del metodo Dore per la cura dell’Alzheimer ha risposto: «Bisogna vedere se i risultati sono attendibili. In ogni caso credo che un’esperienza clinica non abbia bisogno di una consacrazione scientifica». Consacrazione che la terapia Dore, per la Procura, non avrebbe avuto. (na.co.)
Il professor Agnetti, invece, a precisa domanda del giudice Pusceddu circa le “caratteristiche innovative” del metodo Dore per la cura dell’Alzheimer ha risposto: «Bisogna vedere se i risultati sono attendibili. In ogni caso credo che un’esperienza clinica non abbia bisogno di una consacrazione scientifica». Consacrazione che la terapia Dore, per la Procura, non avrebbe avuto. (na.co.)