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Sassari, forbiciate all’ex compagno: chiesta una condanna a 4 anni

Sassari, forbiciate all’ex compagno: chiesta una condanna a 4 anni

L'accusa di tentato omicidio

25 settembre 2020
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SASSARI. Il pubblico ministero Enrica Angioni ha chiesto una condanna a quattro anni e otto mesi per Marta Dettori, finita a processo con l’accusa di aver tentato di uccidere l’allora fidanzato Francesco Brau.

L’uomo si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Sassari con alcune ferite al torace. Ai medici aveva raccontato di esser stato colpito con delle forbici dalla ex compagna. Ma con i carabinieri aveva ritrattato: «No, sono caduto, mi sono fatto male da solo». Versione che ha poi ripetuto anche durante il processo.

Sta di fatto che la Dettori, 37enne sassarese, a distanza di un mese dall’episodio era stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio aggravato. Difesa dagli avvocati Sergio Porcu e Maria Paolini si era sottoposta a esame per raccontare ai giudici la sua verità. E cioè che quel giorno di luglio dello scorso anno lei aveva colpito il suo ex fidanzato perché era terrorizzata. «Ho avuto paura. Ero in casa, lui è arrivato, si è preso il mio cellulare e i miei soldi e poi si è allontanato. Dalla finestra di una stanza seminterrata gli ho urlato che era un ladro, gli ho chiesto di restituirmi ciò che aveva preso. E lui dall’esterno mi ha afferrato per i capelli con violenza e ha cominciato a tirarli. Ho afferrato la prima cosa che ho trovato, le forbici, e l’ho colpito. Lui a quel punto se n’è andato via, da solo».

A distanza di qualche giorno l’uomo si era ripresentato a casa della ex: «È entrato dalla finestra e mi ha aggredito con un bastone» aveva ricordato l’imputata. Racconto confermato da un testimone. Per questo fatto Brau è indagato per violazione di domicilio e lesioni aggravate.

Per chiarire i dubbi sulla dinamica di quanto accadde quel giorno il collegio presieduto dal giudice Salvatore Marinaro ha affidato al medico legale Francesco Lubinu l’incarico di stabilire come realmente andarono le cose tra i due. E quella perizia avrebbe accertato che Brau non corse pericolo di vita tanto che gli fu assegnata una prognosi di massimo 15 giorni. La versione dei fatti fornita dalla difesa sarebbe dunque compatibile con le considerazioni medico legali e la certificazione medica agli atti.

Gli avvocati Sergio Porcu e Maria Paolini hanno chiesto l’assoluzione per la loro assistita perché il fatto non sussiste (non ci fu tentato omicidio) e in subordine per legittima difesa, anche nel caso in cui il collegio dovesse ritenere la sussistenza del reato di lesioni. (na.co.)

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