La Nuova Sardegna

Sassari

Scarpette rosse e lacrime per dire addio a Speranza

di Luca Fiori
Scarpette rosse e lacrime per dire addio a Speranza

Nella chiesa di Nostra Signora di Paulis la funzione celebrata dal vescovo Morfino Lungo la strada per il cimitero l’allestimento delle donne: «Fermate la violenza»

09 ottobre 2020
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INVIATO A URI. Un tappeto bianco e decine di scarpette rosse, raccolte con un passaparola tra le donne del paese. È così, con una piccola distesa colorata lungo la strada che porta al cimitero, che Uri ha scelto di salutare per l’ultima volta Speranza Ponti, la 50enne scomparsa da Alghero il 5 dicembre del 2019 e trovata senza vita il 31 gennaio di quest’anno, in un campo alla periferia della città catalana.

L’idea di mobilitare la parte femminile del paese è venuta ad Antonella Mura, fiorista e coetanea di Speranza. «Me la ricordo da bambina quando veniva a trovare i nonni – racconta accanto all’allestimento davanti al quale è appena passato il corteo funebre – ma poi non ci siamo più viste, perché la famiglia Ponti è venuta a vivere a Uri di recente. Questo gesto simbolico – spiega la commerciante – lo abbiamo fatto per Speranza, ma anche per lanciare un messaggio in difesa di tutte le donne costrette a subire violenze di ogni tipo e troppo spesso uccise da chi confonde l’amore con il possesso».

Poco prima nella chiesa di Nostra Signora di Paulis il vescovo di Alghero monsignor Mauro Maria Morfino e il parroco di Uri don Gianni Nieddu hanno provato a consolare i familiari di Speranza, costretti a un’attesa infinita prima di poter dare finalmente una sepoltura alla loro cara.

In prima fila accanto a mamma Raimonda, papà Salvatore e alla sorella Natascia c’è anche l’ex marito Manlio arrivato da Genova, con cui Speranza aveva conservato un rapporto di amicizia.

A loro si è rivolto dall’altare monsignor Morfino. «Oggi si chiude un lungo periodo di dolore che ha travalicato le mura di casa. E non poteva che essere così davanti a una realtà che ci vede tutti profondamente partecipi, ma anche attoniti. Una realtà devastatrice fatta di affetti malvissuti, di persone usate. Voi – ha aggiunto il vescovo – con il vostro silenzio e la vostra riservatezza, in tutti questi mesi avete dato a tutti una lezione di dignità e di umanità. Poi, senza mai nominarlo, il vescovo si è rivolto anche a chi ha spezzato i sogni di Speranza: «Questa non è la modalità di vivere la vita umana. La vita umana senza i sentimenti di Cristo diventa rapina della vita, diventa omicidio».

«Cara Speranza – hanno scritto invece in un biglietto le amiche di Alghero della 50enne – vivrai per sempre nei cuori di tutte le donne che soffrono e muoiono per amore, vivrai per sempre in ogni donna che in te troverà un pizzico di se stessa ma non potrà dirlo. Vivrai in cielo tra le stelle Speranza, sicura e finalmente certa di essere amata».

©RIPRODUZIONE RISERVATA



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