La Nuova Sardegna

Sassari

Un ingegnere e un medico per il futuro di Ploaghe

di Paoletta Farina
Un ingegnere e un medico per il futuro di Ploaghe

L’uscente Carlo Sotgiu si ricandida a sindaco del paese del canonico Spano A sfidarlo è il consigliere regionale dell’Udc Gian Filippo Sechi, sconfitto nel 2015

18 ottobre 2020
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PLOAGHE. Ploaghe non rientra nel lungo elenco dei tanti paesi sardi che devono fare i conti con lo spopolamento. Con quasi 4600 abitanti è sceso di qualche centinaio rispetto a quando ne contava 5000. Briciole rispetto ad altri piccoli centri che ssi stanno svuotando. È già questo fa del centro del Logudoro a metà strada tra Sassari e Ozieri una rarità. Se poi la disoccupazione non è uno dei problemi che affliggono i ploaghesi, che possono contare su un tessuto economico tutto sommato solido e vivace, con un’economia prevalentemente agropastorale affiancata da un’imprenditoria artigianale e piccolo industriale, il paese può dire di essere riuscito a conservare la propria identità e di guardare al futuro con serenità.

È in questo quadro che i cittadini andranno a votare per eleggere sindaco e consiglio comunale il 25 e 26 ottobre. Carlo Sotgiu, che ha guidato l’amministrazione per cinque anni, si ricandida. Avrà come avversario Gian Filippo Sechi, che aveva sconfitto nel 2015, e che ci riprova. Una sfida a due, anche perché non sempre è facile comporre le liste. Una difficoltà che ha accomunato altri centri dove si va al voto. La disaffezione verso la politica è un dato con cui si deve fare i conti. Soprattutto tra i giovani, anche se poi in entrambe le liste in corsa a Ploaghe ci sono molti di loro.

Carlo Sotgiu, 43 anni, ingegnere, dirigente dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, ex consigliere dell’Ersu, l’ente per il diritto allo studio universitario, e presidente dell’Unione dei Comuni del Coros guida la lista civica “Obiettivo Ploaghe”, la stessa con cui conquistò il Comune. Sarà per scaramanzia, ma quel nome gli aveva portato fortuna e in ogni caso sceglierlo anche in questa seconda occasione vuole rappresentare la continuità amministrativa che annuncia se sarà rieletto. Cinque anni non bastano per concludere i lavori che si programmano per il proprio paese, e lui, di cose da fare ne ha tante altre, conferma. «Ploaghe è stata sede vescovile per 500 anni, ha dato i natali al canonico Giovanni Spano, insigne studioso e padre dell’archeologia sarda, è ricca di monumenti e siti archeologici e siamo l’unico paese in Sardegna che ha una piazza su cui si affacciano tre chiese – dice –. Di questo passato importante siamo orgogliosi e durante il mandato ho cercato di valorizzare al meglio le peculiarità del mio Comune. Prima di tutto dandogli un nuovo volto, più moderno e più ricco di servizi per i miei concittadini e renderlo attrattivo anche per il turismo. Stiamo per restaurare le chiese dei Santi Michele e Timoteo e il cimitero monumentale, il più antico dell’isola con incisioni sulle lapidi in sardo logudorese. Abbiamo rinnovato e reso più moderni gli impianti sportivi, ristrutturato la piscina, efficientato i consumi di energia nelle scuole. L’adesione all’Unione del Coros ci ha permesso di accedere a finanziamenti».

Gian Filippo Sechi, 54 anni, consigliere regionale dell’Udc, medico del lavoro e libero professionista scende in campo con la civica “Insieme per Ploaghe”- Innovare nella tradizione. Ex assessore comunale alle Politiche giovanili per due consiliature, la sua ricetta per alzare lo standard di Ploaghe è legata alla legge di riforma degli enti locali, di cui è uno degli autori, con la creazione della Città metropolitana «nella quale Ploaghe potrà avere un ruolo di primo piano. «Metto la mia esperienza di consigliere regionale eletto per due legislature grazie al voto dei ploaghesi, al servizio del paese, perché voglio che cresca e attraverso l’adesione alla Città metropolitana di Sassari potremo ottenere finanziamenti che ci consentiranno di pensare in grande con progetti innovativi. Vogliamo ripartire dal sociale, incrementare i servizi al cittadino, rilanciare le cooperative sociali, e se sarò eletto sindaco instaurerò un costante dialogo con l’Ats perché il San Giovanni Battista ritorni ad essere un centro di eccellenza nella riabilitazione, assicurando nuova occupazione anche per i miei concittadini».

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