La Nuova Sardegna

Sassari

«Caos sanità, intervenga il prefetto»

di Paoletta Farina
«Caos sanità, intervenga il prefetto»

Cgil, Cisl e Uil Fp proclamano lo stato d’agitazione: «Basta commissari, serve una strategia»

25 ottobre 2020
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SASSARI. La nuova emergenza Covid riporta la sanità sassarese nel caos e così tutti i sindacati del comparto proclamano lo stato d’agitazione e chiedono un incontro urgente alla prefetta Maria Luisa D’Alessandro per affrontare le urgenze e sollecitare un cambio di passo. «Basta con i commissariamenti, a Sassari serve un direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria con pieni poteri, non un facente funzioni, che possa nominare un direttore amministrativo e uno sanitario che non sia quello del presidio ospedaliero del Santissima Annunziata», tuonano le organizzazioni sindacali. Un siluro verso Bruno Contu, che riveste il doppio ruolo e una pesante messa sotto accusa di Regione e vertici dell’Assl e dell’Aou che per Fp Cgil e Cgil Medici, Cisl Fp e Uil Fpl a causa di una gestione «improvvisata e senza coordinamento tra Ats e Aou» e della mancanza di personale, sta mettendo a dura prova il sistema ospedaliero e quello territoriale. Con le Usca sottodimensionate e il servizio di Igiene pubblica che non riesce a dare risposte sulle richieste di tampone. E a pagare sono i pazienti che sempre più spesso non ottengono cure basilari.

In sette punti le organizzazioni sindacali elencano i “pasticci” di un’assistenza sempre più con il respiro corto. Il primo è il pronto soccorso, che essendo l’unico dell’Aou, è travolto dall’ondata di accessi di persone con sintomi da coronavirus, con numeri allarmanti e sempre in aumento. «Nel frattempo – dicono i sindacati – ben sette unità operative ospedaliere afferenti alle cliniche di San Pietro sono state riconvertite in posti letto Covid e così al Santissima Annunziata si stanno dirottando le altre richieste di ricovero congestionando le Medicine, la Geriatria e le Chirurgie.

Pesanti critiche dei sindacati arrivano anche sulla chiusura di Neurologia, un reparto che è unico nel Nord Sardegna, e di altri reparti. «Non si muore solo di Covid, ma anche di altre patologie – incalzano i sindacati –. L’emergenza posti letto era prevedibile, da diverse settimane, e ci si attendeva una seconda ondata di contagi. Potevano essere trovate altre soluzioni, e con l’estate di mezzo, riadattare il secondo e il sesto piano del Palazzo Clemente, oppure utilizzare e accorpare reparti doppi come Ortopedia. Invece ci si è mossi con ritardo. Chiediamo che sulla chiusura dei reparti l’Aou ritorni indietro».

Ma la nota dolente sono le Usca. Le Unità speciali di continuità assistenziale «dovrebbero essere potenziate per garantire una sorveglianza sanitaria territoriale più capillare che eviti l’inutile corsa sl pronto soccorso. Inoltre dovrebbero essere 11 e non 8, nel territorio provinciale, cioè una ogni 50mila abitanti.

E anche l’Igiene pubblicaè in affanno. Per Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica la situazione è davvero d’emergenza perché «manca una vera cabina di regia e servono risorse umane per gestire la mole di lavoro legata agli screening. Un dato solo la dice lunga su come stanno le cose: sono almeno mille le mail di segnalazione di casi sospetti che attendono risposte. Il sistema di tracciamento e di screening lavora con almeno una settimana di ritardo».



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