La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, la merceria “Priulla” chiude dopo 120 anni

di Paoletta Farina
Sassari, la merceria “Priulla” chiude dopo 120 anni

In vendita il negozio di via Costa dove sono passate generazioni di clienti e scolari. Le sorelle Canu lasciano: «Speriamo che qualcuno raccolga il nostro testimone»

06 novembre 2020
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SASSARI. Entrarci è un ritorno al passato. Che ti riporta a quando eri bambino e da “Priulla” acquistavi un quaderno o una matita prima di andare in classe. Respiri l’odore del legno degli scaffali, perché i vecchi legni conservano un profumo che gli anni non riescono a cancellare. E poi quell’affastellarsi di merce, tra abiti, rocchetti di filo e cancelleria, da antico emporio. Mentre con un sorriso gentile e modi garbati le signorine Luigia e Teresa Canu ti chiedono in cosa possono esserti utili.

Non sarà ancora per molto tempo. La merceria Priulla di Canu, in via Enrico Costa, davanti alla chiesa e alla scuola di San Giuseppe, festeggia 120 anni di onorato servizio alla clientela e soprattutto a generazioni di scolari, ma viene messa in vendita e chiuderà i battenti se nessuno l’acquisterà. «Dopo 38 anni dietro il banco, tenendo aperto sin dalle 8 del mattino, abbiamo deciso che era tempo di lasciare un lavoro che ci ha dato tante gioie ma ci ha costretto anche a tanti sacrifici», dicono le due proprietarie. Nella merceria è già iniziata una svendita e non appena scaffali e magazzino si saranno svuotati, Luigia e Teresa, entrambe 77enni («Siamo nate nello stesso anno, abbiamo dieci mesi di età di differenza, siamo quasi gemelle») potranno godersi il riposo e concedersi, sperano, quei viaggi che desiderano e ai quali hanno dovuto molte volte rinunciare.

«Nel 1982 abbiamo rilevato il negozio fondato nei primi anni del Novecento da Maria Castiglia in Priulla: oltre a cartoleria e merceria si vendevano anche profumi e giornali. Alla sua morte, la sorella Domenichina continuò a tenere aperto senza cambiarne il nome – raccontano le sorelle –. E anche noi abbiamo fatto lo stesso perché volevamo garantire la continuità di un’attività che è tra le più antiche di Sassari». Chi non ricorda, tra gli alunni delle elementari che hanno frequentato la scuola di San Giuseppe fino agli anni Settanta, Domenichina e la commessa e braccio destro Rita Carta? A volte erano un po’ burbere, ma hanno sempre rappresentato una ciambella di salvataggio per chi dimenticava a casa la penna o la gomma per cancellare e potevano acquistarli prima di entrare in classe. Per quegli scolari distratti i bidelli erano sempre pronti ad attraversare la via e rivolgersi da “Priulla”.

Il tempo per certi versi si è fermato nel negozio «Abbiamo lasciato immutati i mobili, persino la scala per accedere alle scaffalature più alte è rimasta la stessa– proseguono le commercianti –. Non volevamo che un cambiamento anche negli arredi potesse allontanare la clientela». Una scelta che le ha ripagate. I clienti non sono mai mancati, soprattutto per la qualità dell’offerta e il vasto assortimento. Ne sono passati tanti, in via Enrico Costa. Dai presidente della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga a monsignor Giovanni Masia, il parroco della chiesa di San Giuseppe e sacerdote di Capi di Stato e politici.

«Quando abbiamo raccolto l’eredità di Priulla – concludono le sorelle –. è stata una scommessa. Nostro padre Pietro, commerciante all’ingrosso di frutta e verdura, ci aveva sconsigliato. Ora ci auguriamo che altri facciano la nostra stessa scommessa. Noi abbiamo avuto tante soddisfazioni»

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