Luciana Pieroni: «Rifiuti al posto dei fiori»
La nipote del sindaco Oreste incontra il nonno in sogno: «Mi ha chiesto perché la città è ridotta così»
10 novembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. «Stanotte mi è apparso in sogno mio nonno Oreste, che con il suo fare serioso e un po’ distante come sempre, mi chiede: “Cara nipote, ma che sta succedendo alla mia città?”». Inizia così la lettera spedita alla Nuova Sardegna da Luciana Pieroni, nipote di Oreste Pierni, uno dei primi cittadini più amati dai sassaresi, che lo chiamavano “Il sindaco dei fiori”.
«Quando ero sindaco io – continua Luciana raccontando le parole ascoltate nel “sogno” – c’erano fiori dappertutto, le strade erano pulite, ogni mattina uscivo per le vie del centro e chiedevo ai concittadini che incontravo se avessero qualche richiesta da fare, qualcosa da risolvere o da sistemare. Appena rientravo in Comune, mi davo subito da fare, mandavo operai, tecnici, geometri per cercare il più possibile di dare dignità alla mia Sassari”, quella dignità che purtroppo ormai sembra scomparsa, o quantomeno nascosta dalle tonnellate di rifiuti che abbruttiscono tante vie in diverse zone della città».
«Caro nonno, gli rispondo, purtroppo questa situazione va avanti da tempo. Io abito nella parte alta di Sassari, e quando ogni giorno porto i cani per la solita passeggiata, rientro a casa con il sangue amaro per il degrado che vedo. via Milano, via Sieni, via Carlo Felice sono ormai completamente abbandonate: gli operatori ecologici svuotano sì i cassonetti, ma lasciano le montagne di rifiuti che certa gente lascia fuori dagli stessi, a macerare sotto il sole o la pioggia perché “non gli compete”. Ho provato qualche volta, armata di guanti e bustoni, a raccogliere un po’ di cose. E tutto questo per cosa? Per ritrovare dopo un paio di giorni di nuovo le vie ancora più sporche e colme di rifiuti». «Eppure sai nonno, sono una brava contribuente, pago puntualmente la Tari ogni anno, e spero non solo per il ritiro porta a porta... Ma possibile che il sindaco non veda tutto ciò? Che non abbia, anche lui come te, la buona abitudine e la curiosità di andare in giro per la città, per vedere da vicino quali sono le sue condizioni e intervenire di conseguenza, lui che ne dovrebbe avere i mezzi? E mi chiedo anche come mai tanti sassaresi abbiano cura solo del loro orticello e contribuiscano invece così tanto a questo degrado ambientale».
«Nonno Oreste, prima di svanire, mi saluta dicendo: “Luciana cara, lo so, fare il sindaco non è certo una cosa facile, ma spero che il mio esempio possa oggi essere una saggia guida per qualcuno”».
«Quando ero sindaco io – continua Luciana raccontando le parole ascoltate nel “sogno” – c’erano fiori dappertutto, le strade erano pulite, ogni mattina uscivo per le vie del centro e chiedevo ai concittadini che incontravo se avessero qualche richiesta da fare, qualcosa da risolvere o da sistemare. Appena rientravo in Comune, mi davo subito da fare, mandavo operai, tecnici, geometri per cercare il più possibile di dare dignità alla mia Sassari”, quella dignità che purtroppo ormai sembra scomparsa, o quantomeno nascosta dalle tonnellate di rifiuti che abbruttiscono tante vie in diverse zone della città».
«Caro nonno, gli rispondo, purtroppo questa situazione va avanti da tempo. Io abito nella parte alta di Sassari, e quando ogni giorno porto i cani per la solita passeggiata, rientro a casa con il sangue amaro per il degrado che vedo. via Milano, via Sieni, via Carlo Felice sono ormai completamente abbandonate: gli operatori ecologici svuotano sì i cassonetti, ma lasciano le montagne di rifiuti che certa gente lascia fuori dagli stessi, a macerare sotto il sole o la pioggia perché “non gli compete”. Ho provato qualche volta, armata di guanti e bustoni, a raccogliere un po’ di cose. E tutto questo per cosa? Per ritrovare dopo un paio di giorni di nuovo le vie ancora più sporche e colme di rifiuti». «Eppure sai nonno, sono una brava contribuente, pago puntualmente la Tari ogni anno, e spero non solo per il ritiro porta a porta... Ma possibile che il sindaco non veda tutto ciò? Che non abbia, anche lui come te, la buona abitudine e la curiosità di andare in giro per la città, per vedere da vicino quali sono le sue condizioni e intervenire di conseguenza, lui che ne dovrebbe avere i mezzi? E mi chiedo anche come mai tanti sassaresi abbiano cura solo del loro orticello e contribuiscano invece così tanto a questo degrado ambientale».
«Nonno Oreste, prima di svanire, mi saluta dicendo: “Luciana cara, lo so, fare il sindaco non è certo una cosa facile, ma spero che il mio esempio possa oggi essere una saggia guida per qualcuno”».