La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, strade come un colabrodo: il “buco” è da 33 milioni

Giovanni Bua
Sassari, strade come un colabrodo: il “buco” è da 33 milioni

È la cifra che servirebbe per rimettere a nuovo i 350 chilometri di rete comunale. Palazzo Ducale ha già pronte 250 “schede” però in cassa non ha un euro

14 novembre 2020
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SASSARI. Ogni quartiere di Sassari, borgate comprese, ha la sua “Luisona”, la mitica pasta alla panna esposta da anni del bar dello sport di Benni che nessuno mangiava mai. E, se nel mentre non si è difeso comprandosi un Suv, dentro una di quelle immortali buche ogni sassarese ha lasciato almeno un paio di cerchioni e qualche migliaio di imprecazioni. Perché le “Luisone” che popolano in ogni angolo gli oltre 350 chilometri di rete viaria comunale sono infide, non basta conoscerle per evitarle, non vanno mai sottovalutate perché, soprattutto quando piove, nascondono profondità inaspettate. Hanno bordi frastagliati mangiacopertoni e ammazza motociclisti. Rifiutano ogni, raro, rattoppo posticcio, che sputano via dopo poche settimane. E placide vivono, spesso da anni, diventando parte dell’arredamento urbano. E chi si ostina a segnalarle in ogni social possibile non si illuda. L’amministrazione comunale le conosce benissimo. E per ognuna ha nel cassetto dell’assessorato ai Lavori Pubblici una bella scheda (in totale sono più di 250) che individua la zona, misura lunghezze e larghezze, individua tempi e materiali, e quantifica i costi dell’intervento. Il problema è che non ha nessuna idea di come trovare i fondi per ripararle.

La cifra necessaria d’altronde è mostruosa: si parla di 33 milioni, di cui quasi 20 solo per la zona 1: dal centro storico alla zona ottocentesca, e poi San Giuseppe, Carbonazzi, Porcellana, San Pietro e Monserrato.

Non che “strade 2” sia messa molto meglio. Per dare una bella rattoppata a Luna e Sole, Prunizzedda, Cappuccini, il Monte, Sacro cuore, Latte dolce, Santa Maria di Pisa e Sant’Orsola di milioni ne servono più di 6 e mezzo. Con qualche spicciolo in meno, 6 milioni e 300mila euro, invece si riparano le vie del comparto 3 composto da tutte le strade interne alle frazioni comunali: Li Punti, San Giovanni, Ottava, Caniga, Bancali, La Corte, Tottubella, Campanedda, L’Argentiera, La Pedraia, Palmadula, La Landrigga e relative strade comunali extraurbane di collegamento. Finita qui? Nemmeno per idea. A questi andrebbe aggiunto un altro milioncino per interventi su barriere e sicurezza stradale varia oltre a segnaletica verticale e orizzontale. E un altra montagna di milioni (nove) per mettere in sicurezza ponti e viadotti.

«La situazione è nota quanto preoccupante – sottolinea l’assessore ai Lavori Pubblici Gianfranco Meazza – ed è una partita che ci siamo trovati ad affrontare fin dal nostro insediamento. Certo, su alcune strade siamo intervenuti, e abbiamo qualche grosso cantiere che sta per partire. Ma è poca cosa rispetto all'ammontare di tutte le infrastrutture in gran parte ammalorate e bisognose di intervento. Su ponti e viadotti abbiamo ottenuto mezzo milione di finanziamenti per la progettazione su Rio Giuncheddu, Ponte Rosello e Viadotto. Ma per andare a regime servirebbero 5/6 milioni l’anno per 6/7 anni, che non abbiamo. E per i quali, visto che lo spazio di indebitamento è stato completamente occupato dalle precedenti amministrazioni, non possiamo nemmeno accendere nuovi mutui». L’unica speranza sembra quella di andare a caccia di finanziamenti extra. O dirottare dentro le buche cittadine parte dei risparmi di amministrazione. «Eravamo riusciti a tenere in cassa oltre 1 milione per gli interventi più urgenti – spiega Meazza – ma purtoppo li abbiamo dovuti vincolare per viale Trento. Confidiamo nel fatto che queste risorse tornino a nostra disposizione. Per il resto teniamo i soldi in cassa per intervenire, con grande oculatezza, sulle urgenze che via via si presentano. Non ci arrendiamo, sia chiaro. E lasceremo di certo le cose in condizioni molto migliori di come le abbiamo trovate».

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