La Nuova Sardegna

Sassari

Lavoro in nero e reddito di cittadinanza

Lavoro in nero e reddito di cittadinanza

Blitz della Guardia di finanza ad Alghero: sanzionati tre pescatori e tre armatori, sette persone denunciate per truffa

18 novembre 2020
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SASSARI. Percepivano il reddito di cittadinanza e lavoravano in nero a bordo delle imbarcazioni da pesca. I lavoratori in nero (tre pescatori e tre operatori marittimi) sono stati colti in flagranza dai finanzieri della sezione Aeronavale di Alghero coordinati dal Reparto operativo aeronavale di Cagliari. I datori di lavoro, tutti con sede legale fuori dalla Sardegna, dovranno pagare sanzioni di 3600 euro per ogni lavoratore impiegato irregolarmente, maggiorate a 4320 euro per i precettori di reddito di cittadinanza.

Altre sette persone sono state scoperte e segnalate alla Procura dai finanzieri della compagnia di Alghero: ritiravano il sussidio ma senza averne più alcun diritto (avevano omesso di comunicare all’Inps una serie di variazioni intervenute nel tempo sia per quanto riguarda il patrimonio che la natura lavorativa. L’operazione è stata sviluppata nell’ambito delle attività che la Finanza ha intensificato per contrastare le indebite percezioni e le frodi relative alle erogazioni pubbliche (fondi nazionali ed europei), portando alla luce diverse situazioni di illegalità.

I casi più gravi di truffa scoperti dai militari della compagnia di Alghero sono riferiti a persone che avevano conseguito vincite per oltre 40mila euro, transitati sui loro conti correnti online accesi presso alcuni dei principali siti di scommesse. Il riscontro è stato effettuato incrociando i dati delle dichiarazioni fiscali con quelli relativi alle richieste di sussidio presentate all’Inps e confrontando le risultanze delle banche dati in uso alla Finanza che censiscono i conti di gioco online su tutto il territorio nazionale. Ulteriori controlli effettuati dai finanzieri hanno evidenziato poi una serie di casistiche tra le più svariate. Alcuni dei denunciati, pur essendo titolari di proprietà immobiliari, per esempio avevano fatto finta di niente e così la comunicazione obbligatoria non è mai stata presentata. Altri ancora avevano comunicato uno stato di famiglia difforme da quello reale, così da poter ottenere un contributo più alto rispetto a quello spettante. Complessivamente è stata accertata una frode a danno dell’Erario di oltre 60mila euro. Sette i denunciati all’autorità giudiziaria per quanto concerne gli aspetti penali. Analoga comunicazione è stata trasmessa dalla Finanza all’Inps per il recupero delle somme indebitamente percepite e la revoca definitiva del beneficio concesso. (g.ba.)

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