La Nuova Sardegna

Sassari

L’Arst sospende 5 fermate a Sorso, in rivolta i pendolari

Salvatore Santoni
L’Arst sospende 5 fermate a Sorso, in rivolta i pendolari

Questioni di sicurezza: niente più soste tra Lu Bagnu e l’incrocio per la statale 200. Manifestazione di protesta, il sindaco di Sorso si schiera con i viaggiatori

22 novembre 2020
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SORSO. L'Arst sospende cinque fermate lungo la fascia costiera tra Lu Bagnu e Marritza e i residenti minacciano la rivolta. La scelta, assunta nei giorni scorsi per questioni di sicurezza, è arrivata con una comunicazione inviata ai sindaci di Sorso e Castelsardo. Gli abitanti della zona non ci stanno e si sono dati appuntamento alle 15 di domani, nel piazzale del bar della Tonnara, per una manifestazione di protesta contro Arst e Anas. A dare manforte alle ragioni dei viaggiatori "traditi" ci sarà anche il primo cittadino di Sorso, Fabrizio Demelas.

Il confronto. La presenza del sindaco ha una ragione molto precisa. L'amministrazione comunale sorsense, infatti, è da tempo che cerca di trovare la quadra con Arst e Anas per superare gli ostacoli. Nei mesi scorsi il Comune ha convocato una conferenza di servizi per sedersi attorno al tavolo con gli altri enti nel tentativo di trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza delle fermate. I ragionamenti sono andati avanti e due settimane fa c'è stato anche un sopralluogo insieme all'Arst che sembrava essere in qualche maniera un passo avanti nella vicenda.

Lo stop. Le cose sembravano girare per il verso giusto e invece, nei giorni scorsi, al protocollo di piazza Garibaldi è arrivata una doccia gelata. Si tratta di una lettera dell'Arst, indirizzata ai sindaci di Sorso e Castelsardo, dove si annuncia la sospensione delle fermate comprese tra Lu Bagnu e l'incrocio tra la statale 200 e la provinciale 81. In particolare, sono cinque le fermate davanti alle quali i pullman dell'Arst, ormai da qualche giorno, stanno tirando dritti senza caricare o scaricare passeggeri: Marritza 1 e distributore, la Tonnata, la cantoniera di Pedras de Fogu e la Peruledda. La decisione dell'Arst è arrivata per questioni di sicurezza. Le condizioni per le fermate dei mezzi lungo la statale è un problema di cui si parla da anni e che non è mai stato risolto. «L'impossibilità - si legge nella lettera ai sindaci - di individuare soluzioni condivise (con l'Anas, ndc) in termini di sicurezza e per evitare situazioni di disagio/pericolo per i viaggiatori».

La protesta. La decisione comunicata dall'Arst è stata la classica goccia che ha fatto imbestialire i residenti lungo quel tratto di fascia costiera. Soprattutto le persone che non hanno a disposizione un mezzo di trasporto privato e che, quindi, contavano sul pubblico per effettuare gli spostamenti quotidiani per lavoro, studio o motivi di salute. Tra gli utilizzatori più affezionati della linea gommata dell'Arst ci sono i giovani migranti ospiti del centro di accoglienza "Casale dei Pini", gestito dalla onlus Partecipazione e sviluppo, che ora sono costretti a camminate di oltre 4 chilometri per raggiungere altre fermate attive del trasporto pubblico locale.

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