La Nuova Sardegna

Sassari

Fu legittima difesa, assolta dal tentato omicidio

Fu legittima difesa, assolta dal tentato omicidio

Una 38enne sassarese aveva ferito l’ex compagno con alcune forbiciate, il giudice la scagiona

26 novembre 2020
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SASSARI. Quel giorno di luglio dello scorso anno Marta Dettori si difese dalla furia del suo ex fidanzato Francesco Brau usando le forbici per colpirlo e allontanarlo da lei. È questa la tesi che la 37enne sassarese ha sempre sostenuto, anche davanti ai giudici quando si era sottoposta a esame. Ieri è stata assolta dall’accusa di tentato omicidio, così come avevano chiesto i suoi avvocati difensori Sergio Porcu e Maria Paolini che nella loro discussione avevano insistito sulla legittima difesa.

Il pubblico ministero Enrica Angioni aveva invece chiesto una condanna a quattro anni e otto mesi per l’imputata. Brau si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Sassari con alcune ferite al torace. Ai medici aveva raccontato di esser stato colpito con le forbici dalla ex compagna. Ma con i carabinieri aveva ritrattato: «No, sono caduto, mi sono fatto male da solo». Versione che ha poi ripetuto anche durante il processo. Sta di fatto che la Dettori, a distanza di un mese dall’episodio era stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio aggravato. Ai giudici aveva voluto raccontare la sua verità. E cioè che aveva colpito l’ex fidanzato perché era terrorizzata. «Ho avuto paura. Ero in casa, lui è arrivato, si è preso il mio cellulare e i miei soldi e poi si è allontanato. Dalla finestra di una stanza seminterrata gli ho urlato che era un ladro, gli ho chiesto di restituirmi ciò che aveva preso. E lui dall’esterno mi ha afferrato per i capelli con violenza e ha cominciato a tirarli. Ho afferrato la prima cosa che ho trovato, le forbici, e l’ho colpito. Lui a quel punto se n’è andato via, da solo». A distanza di qualche giorno l’uomo si era ripresentato a casa della ex: «È entrato dalla finestra e mi ha aggredito con un bastone» aveva ricordato l’imputata. Racconto confermato da un testimone. Per questo fatto Brau era stato anche indagato per violazione di domicilio e lesioni aggravate. Per chiarire i dubbi sulla dinamica di quanto accadde quel giorno il collegio aveva affidato al medico legale Francesco Lubinu l’incarico di stabilire come realmente andarono le cose tra i due. E quella perizia avrebbe accertato che Brau non corse pericolo di vita tanto che gli fu assegnata una prognosi di massimo 15 giorni. La versione dei fatti fornita dalla difesa era stata dunque considerata compatibile con le considerazioni medico legali e la certificazione medica agli atti. (na.co.)

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