Il legale Doneddu: in questo processo nessun vincitore
«In questo processo non ci sono vincitori, c’è solo il dolore di tutte le madri e di tutti i padri». L’avvocato Mattia Doneddu (nella foto), insieme al collega Patrizio Rovelli ha difeso Alberto...
07 gennaio 2021
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«In questo processo non ci sono vincitori, c’è solo il dolore di tutte le madri e di tutti i padri». L’avvocato Mattia Doneddu (nella foto), insieme al collega Patrizio Rovelli ha difeso Alberto Cubeddu nei due gradi di giudizio. Nella sua accorata arringa davanti alla corte d’assise d’appello ha provato in tutti i modi a smontare pezzo per pezzo il castello di accuse. Lo ha fatto con grande trasporto e convinzione. E ora spiega perché: «Io credo molto nell’innocenza del mio assistito, un ragazzo che seguo dall’inizio di tutta questa brutta storia e che ho avuto modo di conoscere. Così come ho conosciuto la sua famiglia, persone perbene, con una grande dignità nonostante il dolore che, per parte loro, hanno vissuto e stanno continuando a vivere».
Rispetto alle motivazioni della sentenza depositate a fine dicembre, Mattia Doneddu sottolinea soltanto che si tratta di «argomentazioni che abbiamo evidenziato e chiarito più volte in aula».
Ma evidentemente non sono bastate a insinuare dubbi sulla colpevolezza di Alberto Cubeddu.
«Stiamo già lavorando sul ricorso per Cassazione» aggiunge il legale. Ossia su quella che, dal punto di vista giudiziario, rappresenta l’ultima chance. Il verdetto della suprema corte di Roma è infatti definitivo e, per l’imputato e per la sua famiglia, è cominciata una nuova attesa. (na.co.)
Rispetto alle motivazioni della sentenza depositate a fine dicembre, Mattia Doneddu sottolinea soltanto che si tratta di «argomentazioni che abbiamo evidenziato e chiarito più volte in aula».
Ma evidentemente non sono bastate a insinuare dubbi sulla colpevolezza di Alberto Cubeddu.
«Stiamo già lavorando sul ricorso per Cassazione» aggiunge il legale. Ossia su quella che, dal punto di vista giudiziario, rappresenta l’ultima chance. Il verdetto della suprema corte di Roma è infatti definitivo e, per l’imputato e per la sua famiglia, è cominciata una nuova attesa. (na.co.)