La Nuova Sardegna

Sassari

Clochard trovato morto la sorella fa riaprire il caso

di Nadia Cossu
Clochard trovato morto la sorella fa riaprire il caso

Va sulla chat di Whatsapp e scopre che il numero del fratello è ancora attivo La persona che ha la sim è un ladro denunciato 2 mesi prima dalla polizia locale 

11 gennaio 2021
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SASSARI. Tradito dal cellulare la prima volta e anche la seconda. Due differenti episodi di cronaca cittadina avvenuti a distanza di due mesi l’uno dall’altro, all’apparenza senza un collegamento, con protagonisti decisamente diversi e circostanze ambientali altrettanto distanti tra loro.

Eppure un filo conduttore c’è e la Procura ha deciso di vederci chiaro disponendo una serie di accertamenti per far luce sul caso.

Primo episodio. Lo scorso luglio una persona era stata denunciata per furto dopo aver forzato diverse auto parcheggiate in piazza Università. L’uomo, un 26enne, era stato ripreso dalle telecamere della zona proprio mentre rubava. Ma la sua identificazione da parte della polizia locale era stata ulteriormente facilitata dal fatto che avesse perso il proprio cellulare dentro una delle macchine. E fin qui tutto rientra nella normale attività di controllo e repressione che i vigili urbani svolgono quotidianamente per le vie cittadine.

Secondo episodio. A distanza di poco meno di due mesi – siamo ai primi di settembre – viene segnalata la presenza di un clochard agonizzante in via dei Gremi. Si trattava di un ex ceramista sassarese, un uomo sfortunato che a un certo punto della sua vita era caduto in disgrazia. Anche in quel caso erano stati gli uomini della polizia locale a trovarlo disteso a terra, seminudo, in stato di ipotermia e con il corpo parzialmente coperto di escrementi. La triste scoperta era stata fatta nei giardini in cui in altre occasioni il clochard sassarese di 60 anni era stato notato. I vigili, dopo aver riscontrato la gravità della situazione, avevano allertato il 118. L’uomo era arrivato all’ospedale in codice rosso ed era stato trasferito nel reparto di Terapia intensiva dove era morto a distanza di 48 ore. Il magistrato di turno aveva disposto il sequestro della cartella clinica.

Gli sviluppi. Dopo alcune settimane dalla tragedia la sorella del defunto fa una scoperta che la lascia basita. Attraverso la chat di whatsapp scopre che il numero del fratello, col quale spesso comunicava per messaggio, è attivo e la persona che lo ha in uso ha un volto. In un primo momento prova sgomento, è confusa, apre la foto e vede un uomo che non conosce. Gli interrogativi si accavallano: chi è questa persona? Perché ha la scheda sim di mio fratello? E come ha fatto ad averla? In effetti, quando il clochard era stato trovato per terra, ai giardini, non aveva con sé un cellulare. A dire il vero era sparita anche la card nella quale viene accreditato il reddito di cittadinanza.

Le indagini. La donna si rivolge agli inquirenti e immediatamente partono le indagini che consentono di risalire alla persona che compariva nella foto di whatsapp. Chi era? Il 26enne denunciato due mesi prima per il furto alle auto di piazza Università. Lo stesso che, anche allora, era stato individuato grazie al cellulare.

Gli scenari investigativi. La Procura della Repubblica, informata delle novità investigative dalla polizia locale, ha ripreso in mano la cartella clinica del clochard che era stata sequestrata dopo la sua morte. L’uomo potrebbe infatti esser stato aggredito durante il tentativo di furto del cellulare e lasciato morire. Chiaramente si tratta solo di un’ipotesi investigativa che però la magistratura ha deciso di valutare. Il ladro di 26 anni, raggiunto dalla polizia locale, ha negato di aver rubato il telefono al senzatetto e ha raccontato di averlo acquistato da un suo conoscente al prezzo di un euro. Si tratta ora di capire se questa versione può essere plausibile oppure se lui – o la persona che gli ha messo a disposizione la scheda sim – siano in qualche modo coinvolti nella triste fine del ceramista sessantenne.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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