La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio di Zdenka, il perito: "Uccisa con una violenza inaudita"

La corte d'assise di Sassari presieduta da Massimo Zaniboni
La corte d'assise di Sassari presieduta da Massimo Zaniboni

La testimonianza del medico legale Lorenzoni nel processo contro l'imputato del femminicidio: "la lama del coltello piegata dalla forza del colpo inferto alla povera ragazza della Repubblica Ceca"

11 gennaio 2021
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SASSARI. Colpita con una violenza tale da piegare la lama del coltello, e poi morta lentamente di asfissia in seguito a collasso polmonare, soffocata dal suo stesso sangue. Nella deposizione del medico legale Salvatore Lorenzoni è ricostruita l'agonia di Zdenka Krejcikova, la 40enne della Repubblica Ceca uccisa a Sorso il 15 febbraio scorso, davanti alle sue figlie, dal compagno Francesco Baingio Douglas Fadda, il 45enne sassarese alla sbarra per quel feroce femminicidio.

Lorenzoni ha testimoniato oggi 11 gennaio davanti alla Corte d'Assise di Sassari, presieduta da Massimo Zaniboni, giudice a latere Giuseppe Grotteria. Rispondendo alle domande del pm Paolo Piras, che contesta a Fadda l'omicidio volontario premeditato e i reati di sequestro di persona, porto di coltello, resistenza a pubblico ufficiale e anche tortura - per aver fatto assistere le due figlie della vittima all'assassinio della madre - il medico legale ha anche detto di avere riscontrato sul corpo della donna numerose ecchimosi, precedenti all'aggressione mortale, e riconducibili a maltrattamenti che la 40enne avrebbe ricevuto giorni prima della sua morte.

Fadda, assistito dall'avvocato Lorenzo Galisai, ha ascoltato con aria composta le parole del medico e degli altri testimoni chiamati in aula dalla Procura. Fra questi anche un paio di dipendenti dell'hotel Vittorio Emanuele di Sassari, dove Fadda aveva alloggiato più volte nei giorni precedenti all'omicidio e dove aveva incontrato Zdenka Krejcikova.

Nelle prossime udienze saranno ascoltati altri testi dell'accusa (sono in tutto una cinquantina) e fra questi le due neuropsichiatre che si sono prese cura delle figlie minori della vittima subito dopo la tragedia. Proprio le bambine, insieme con la famiglia di Zdenka, si sono costituite parti civili e sono rappresentate dagli avvocati Pietro Diaz e Teresa Pes. Davanti al tribunale si è tenuto un sit-in silenzioso promosso dalle associazioni femminili del Nord Sardegna che hanno esibito il cartello «Giustizia per Zdenka». (ANSA).

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