La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, una notte all’ex Hotel Turritania

di Roberto Sanna
Sassari, una notte all’ex Hotel Turritania

Un sopralluogo della Polizia locale: qualcuno ancora dorme in quelle stanze piene di calcinacci

03 febbraio 2021
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SASSARI. Tetro, fatiscente, pericolante, ma comunque per qualcuno è ancora un posto sicuro dove dormire e avere una piccola base di riferimento al riparo dalle intemperie. Ieri una pattuglia della Polizia locale, accompagnata dai Vigili del fuoco, ha fatto un’ispezione nell’Hotel Turritania dopo una segnalazione e ha trovato in una stanza inequivocabili tracce di una presenza umana: un letto con sopra cuscini e coperte e un telefono cellulare.

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La segnalazione è partita dopo che è stato rimosso il grande pannello della realtà aumentata dei Candelieri che dalla scorsa estate copriva la facciata. C’erano chiari segnali che l’ex albergo di porta Sant’Antonio in qualche modo era frequentato ed è stato disposto un sopralluogo. Probabilmente l’ultima volta che il portone principale della struttura era stato aperto, sempre dai Vigili del fuoco, si era agli inizi del terzo millennio. Da allora la situazione non è migliorata, tutt’altro e se qualcuno avesse ancora l’idea romantica di trovare intatti i segni dei tempi che furono è meglio che l’abbandoni: all’interno ci sono calcinacci e macerie, accompagnato dall’odore nauseabondo del guano lasciato dai piccioni che lo frequentano attraverso le finestre sfondate. Ci vuole tanta fantasia per immaginare il Turritania, costruito negli anni Quaranta su un progetto di Vico Mossa, nel suo momento di splendore. Nella grande hall spiccano gli ultimi resti dei pannelli in legno dell’ascensore, ma per camminare bisogna farsi largo spostando i calcinacci coi piedi e la mascherina anti-Covid è provvidenziale per non finire soffocati da polvere, batteri e odori. I Vigili del fuoco hanno anche sconsigliato di avventurarsi all’ultimo piano, dove le infiltrazioni hanno reso la struttura ai limiti della praticabilità e dal soffitto vengono giù pezzi di intonaco e calcinacci.

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Nella parte inferiore la situazione forse è ancora peggiore, con cumuli di spazzatura che rendono impraticabile proprio gli ambienti con le volte a botte che ricalcano le indicazioni dell’architetto e che sono anche gli unici a godere realmente dell’interesse della Soprintendenza. Attraversarla è praticamente impossibile ed è anche collegata con una porta a vetri a una sorta carraia che si apre sul lato destro dell’edificio. Una stanza sicuramente meno deteriorata e probabilmente molto frequentata: dentro si notano una rete, un materasso, bustoni pieni di vestiti, oggetti chiaramente rubati (un televisore a tubo catodico, per esempio, un videoregistratore, una bicicletta, un triciclo) che non hanno poi trovato un bravo ricettatore.

Uno spettacolo desolante che fa riaffiorare il dibattito mai sopito sul futuro di questa gigantesca struttura. Molti la giudicano un inutile e antiestetico “tappo”, ma il dibattito è quasi sempre stato su una possibile demolizione o meno e poche volte ha riguardato su quello che sarebbe la piazza senza l’hotel. Via il tappo, la vista si aprirebbe sugli incroci della ferrovia e lo spettacolo non sarebbe certo migliore. E forse bisognerebbe pensare a come migliorare quello spettacolo, con o senza il Turritania.
 

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