La Nuova Sardegna

Sassari

Covid, anche la danza è in versione dad

di Giovanni Dessole
Covid, anche la danza è in versione dad

Le insegnanti raccontano come reinventare le lezioni a distanza: ecco contemporanea, orientale e musical in uno schermo

05 febbraio 2021
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SASSARI. Si balla nonostante il covid e le sue regole. C’è chi come Cristina sulle piattaforme di video comunicazione e condivisione ha fatto danzare “insieme” le sue allieve. O chi come Margherita, dopo una iniziale “esplosione di entusiasmo e creatività”, ha accusato il colpo del nuovo lockdown e non vede l’ora di insegnare in presenza. E ancora chi come Laura, di far mediare allo schermo il rapporto con le sue allieve proprio non vuole saperne. Tre donne. Tre insegnanti di danza. Danze diverse, ma intense.

Cristina Dore insegna danza orientale, disciplina millenaria che richiama al bianco e nero hollywoodiano anni ’40 delle danzatrici del ventre. «Prima del Covid non avevo mai fatto lezioni online. Usavo la rete per tenere contatti. Ho fatto una prova. Poi ho cominciato a fare lezione tutti i giorni e a tutte le ore, con mini class la domenica. Lavoravo sui tutorial, mi vestivo e truccavo, l’appuntamento fisso ci aiutava a sopportare la situazione. Questa forma di connessione ha migliorato la meccanica della correzione e ottimizzato i tempi. E poi con il microfono spento - sorride - nessuna si può lamentare della troppa fatica». Limiti? «Manca lo spazio reale, è vero. La mia palestra è il mio bilocale: ho venduto il tavolo, ne ho comprato un altro, un pc nuovo e un microfono. Non è facile, ma può regalare soddisfazioni: attraverso un collage video ad esempio ho realizzato una sorta di saggio di fine anno, così lontane eppure così vicine».

Margherita Massidda insegna danza contemporanea, moderna e musical. «Uso la tecnologia, ma insegnare è stato più complicato. Era però l’unica soluzione. I primi mesi sono stati tosti. Ho dovuto reinventare i canoni di comunicazione con le allieve: mi sono resa conto di quanto sia fondamentale il contatto, la presenza - spiega -. A volte uno sguardo o un movimento insegnano più di mille parole. Teatralizzare un gesto, dare una intenzione, trasmettere una emozione: farlo passando per la rete non è semplice. Ma in lockdown, era talmente forte la voglia di fare e danzare che proprio nello scorrere delle lezioni online c’è stata una grande esplosione di creatività». Ma dopo l’estate tutto si è complicato «soprattutto dal punto di vista emotivo. Tanto da vivere, lavorare, studiare e divertirsi passa per gli schermi: troppo. Non me la sono sentita di continuare».

Laura Deriu insegna danza classica e Zumba. «Al momento ho un totale rifiuto dell’online. Non faccio lezione, non me la sento. Per insegnare classica ho bisogno di vedere le ragazze, soprattutto le più giovani che non avendo ancora piena consapevolezza del loro corpo hanno bisogno di essere corrette dal vivo. Devo vederle tutte e bene, perché devo vedere l’eventuale errore. All’inizio anche noi abbiamo provato a sfruttare internet ma no, non era funzionale all’arte e alla loro crescita”. Lo Zumba? «Il discorso cambia, è puro divertimento. Non ci sono posizioni perfette da imparare, l’importante è divertirsi».

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