la protesta del nursind
«Vaccino anche per chi studia da infermiere»
SASSARI. «L'Aou ha operato la scelta, quantomeno discutibile, di non vaccinare gli studenti dei corsi di laurea di Infermieristica e ostetricia per metterli al riparo dal Covid. Una vera...
06 febbraio 2021
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SASSARI. «L'Aou ha operato la scelta, quantomeno discutibile, di non vaccinare gli studenti dei corsi di laurea di Infermieristica e ostetricia per metterli al riparo dal Covid. Una vera discriminazione dato che accade a causa delle decisioni della Regione, e solo a Sassari e non in altre realtà, nelle quali gli studenti vengono vaccinati».
A denunciare la situazione degli studenti delle professioni infermieristiche - che lavorano e turnano in ospedale regolarmente- è Fausta Pileri, segretaria del NurSind (Sindacato delle professioni infermieristiche) per Sassari, vice coordinatrice regionale, e componente del direttivo nazionale: «Non si capisce, la scelta di non vaccinare futuri colleghi – aggiunge – mentre vengono giustamente vaccinati i medici specializzandi e i dipendenti delle ditte esterne che entrano in azienda per fare manutenzioni o sostituzioni di macchinari. La vaccinazione dei medici specializzandi e non degli altri studenti di ostetricia e infermieristica è una discriminazione ingiusta e una pessima visione di quella che è la programmazione assistenziale, insieme a una incapacità gestionale».
A denunciare la situazione degli studenti delle professioni infermieristiche - che lavorano e turnano in ospedale regolarmente- è Fausta Pileri, segretaria del NurSind (Sindacato delle professioni infermieristiche) per Sassari, vice coordinatrice regionale, e componente del direttivo nazionale: «Non si capisce, la scelta di non vaccinare futuri colleghi – aggiunge – mentre vengono giustamente vaccinati i medici specializzandi e i dipendenti delle ditte esterne che entrano in azienda per fare manutenzioni o sostituzioni di macchinari. La vaccinazione dei medici specializzandi e non degli altri studenti di ostetricia e infermieristica è una discriminazione ingiusta e una pessima visione di quella che è la programmazione assistenziale, insieme a una incapacità gestionale».