La Nuova Sardegna

Sassari

Una targa in questura per non dimenticare Giovanni Palatucci

Una targa in questura per non dimenticare Giovanni Palatucci

SASSARI. Una cerimonia semplice ma sentita, un segno di riconoscimento per testimoniare che Sassari conserva il ricordo e la polizia non dimentica l’ex questore di Fiume, Giovanni Palatucci, morto...

10 febbraio 2021
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SASSARI. Una cerimonia semplice ma sentita, un segno di riconoscimento per testimoniare che Sassari conserva il ricordo e la polizia non dimentica l’ex questore di Fiume, Giovanni Palatucci, morto nel 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau, medaglia d’oro al merito civile e riconosciuto «Giusto tra le Nazioni», per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei stranieri ed italiani.

In questura già da tempo è stata intitolata un’aula a Giovanni Palatucci, uno spazio dove si svolgono incontri e attività che hanno come base la legalità e il rispetto dei diritti umani. E ieri mattina, il questore di Sassari Claudio Sanfilippo ha scoperto una targa commemorativa, che è stata collocata sulla recinzione esterna della Questura di Sassari. Alla cerimonia - che si è svolta in forma strettamente privata - hanno partecipato la prefetta di Sassari Maria Luisa D'Alessandro, il vescovo di Sassari Gian Franco Saba e le altre autorità civili. Presenti anche due studenti in rappresentanza della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo Monte Rosello basso di Sassari.

L’appuntamento è stata l’occasione per evidenziare ancora una volta il valore e il coraggio di Giovanni Palatucci. Nato in provincia di Avellino nel 1909, frequentò il 14° corso per vice commissario di pubblica sicurezza e fu assegnato alla Questura di Genova. A partire dalla promulgazione delle leggi razziali del 1938 - in servizio all’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume - divenne il protettore in particolare degli ebrei, con la cui comunità fiumana intratteneva cordiali rapporti di stima e di amicizia. Palatucci salvò la vita a più di 5 mila ebrei, avviandoli a un campo di raccolta in provincia di Salerno dove era vescovo un suo zio, che li prese sotto la propria protezione.

Il precipitare degli eventi dopo l’8 settembre 1943 fecero sì che Giovanni Palatucci rimanesse da solo a reggere la Questura di Fiume e un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e condannato a morte, ma la pena gli fu commutata nel carcere a vita. Trascorse due giorni nella struttura di Trieste e da lì fu tradotto, infine, nel campo di sterminio di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945, all’età di neanche 36 anni. (g.b.)

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