La Nuova Sardegna

Sassari

Campionessa morta, la famiglia chiede di aprire un’inchiesta

di Luca Fiori
Campionessa morta, la famiglia chiede di aprire un’inchiesta

Il figlio della judoka Tiana Tola ha presentato un esposto A fine gennaio l’attendevano a casa poi il decesso improvviso

11 febbraio 2021
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SASSARI. L’hanno trovata con il volto bluastro, riversa su un fianco e con le braccia rivolte in avanti, come se durante la notte avesse tentato invano di raggiungere il campanello per la richiesta urgente di assistenza e soccorso.

Ora i familiari di Sebastiana Tola, per tutti Tiana, ex campionessa di judo pluri premiata a livello nazionale, vogliono capire in che modo il quadro clinico della donna sia precipitato così velocemente e se sia stato fatto tutto il possibile per salvarle la vita.

Tiana avrebbe dovuto compiere 61 anni a settembre, ma la mattina del 2 febbraio scorso il suo cuore si è fermato per sempre nel reparto di Neurologia delle Cliniche Universitarie di San Pietro. La sua scomparsa ha colpito non solo il mondo dello judo nazionale ma tutto lo sport sardo.

L’ex atleta, sposata e mamma di un figlio di 32 anni, stava combattendo da tempo contro una miastenia grave, una malattia autoimmune caratterizzata da un’interruzione nella trasmissione dei segnali contrattili tra i nervi e i muscoli.

Dal 5 gennaio era ricoverata a seguito di un’insufficienza respiratoria, ma pochi giorni prima della sua morte i medici avevano rassicurato i familiari dicendo loro che presto sarebbe tornata a casa per proseguire le cure a domicilio.

Purtroppo non è andata così e ora il cari della judoka si sono rivolti alla Procura della Repubblica perché venga accertato in che modo sia siano aggravate le condizioni di salute della donna e se l’ex atleta si sarebbe potuta salvare.

Il figlio Francesco Ardisson, i giorni scorsi ha presentato un esposto alla magistratura attraverso il legale di famiglia, l’avvocato Alessandra Delrio.

«Il 2 febbraio quando attendevamo il suo rientro – ha scritto il figlio di Tiana Tola nell’esposto – per cause ignote, mia madre è improvvisamente deceduta, presumibilmente prima delle 9.30, senza che ci fosse comunicato alcun aggravamento delle condizioni cliniche che, anzi, ci avevano riferito esser tali da poter consentire le dimissioni».

Ai familiari i medici del reparto hanno riferito di aver tentato una rianimazione manuale, vista la presenza di un lieve battito cardiaco ancora presente al momento dell’arrivo del personale sanitario la mattina del 2 febbraio. Operazione che però non ha avuto successo.

Purtroppo dopo la tragica notizia della morte – ha denunciato il figlio della campionessa – i familiari non sono più stati informati di quanto stesse accadendo, né verbalmente, né attraverso comunicazioni scritte. Il 4 febbraio il legale della famiglia Ardisson ha inviato una pec alla direzione sanitaria della Aou, esprimendo la volontà da parte dei familiari di Tiana Tola di far presenziare un perito di parte al riscontro diagnostico.

Purtroppo la comunicazione dell’autopsia è arrivata via mail solo un’ora prima dell’orario stabilito per l’esame, la famiglia della campionessa non ha fatto in tempo a nominare un perito di parte e non ha mai ricevuto comunicazioni sull’esito delle operazioni. A quel punto i familiari dell’ex atleta hanno deciso di rivolgersi alla magistratura. Il sostituto procuratore Paolo Piras ha immediatamente messo sotto sequestro la salma e fissato un nuovo riscontro diagnostico per domani mattina.

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