La Nuova Sardegna

Sassari

Una triste realtà di giovani rovinati da droga e degrado

Una triste realtà di giovani rovinati da droga e degrado

Lo spaccato che viene fuori dal processo è quello di un mondo giovanile degradato. Ed è una realtà che emerge da varie testimonianze. Ieri il maresciallo Piero Piludu, citato come teste dal pm Angelo...

23 febbraio 2021
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Lo spaccato che viene fuori dal processo è quello di un mondo giovanile degradato. Ed è una realtà che emerge da varie testimonianze. Ieri il maresciallo Piero Piludu, citato come teste dal pm Angelo Beccu (nella foto), ha letto alcuni passaggi delle conversazioni ricavate da tre cellulari sequestrati. Messaggi che sono serviti a ricostruire le tensioni tra vittima e imputato. Quest’ultimo mentre parla con la ex fidanzata dice, riferendosi a Fresi: «Gli ho detto che non ti deve nemmeno guardare, di scendere al Blu Star che stasera sono lì (...) Sto girando con la roncola in macchina (...) Chissà se sale (a Ossi ndc) quel miserabile (...)». Mentre un giovane racconta a un altro (sempre al telefono): «Cazz, stavo dividendo due persone e ci sono passato io, me ne sono prese due di coltellate. Sicuramente non lo voleva uccidere ma il fatto che sia uscito con un coltello lo aggrava (...)». E che Dibo Elias avesse paura di Fresi lo ha confermato un amico ieri in aula: «Un giorno la mamma di Giuseppe mi chiamò spaventata, mi disse di passare a prenderlo perché lo stavano cercando e aveva paura. Andai, rimase con me in campagna due giorni. Lui li voleva trovare quei soldi. Voleva aprire un’attività sua per poterli restituire, ma alla fine non se ne fece nulla». Un altro teste, cugino dell’imputato, ha raccontato che un giorno a Sassari, all’emiciclo, ricevette minacce da Fresi: «Erano indirizzate a Giuseppe, mi disse che ci sarebbe passato lui e la sua famiglia». (na.co.)

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