La Nuova Sardegna

Sassari

Maltrattamenti, imputati padre e figlio

di Nadia Cossu
Maltrattamenti, imputati padre e figlio

Minacce e percosse alla madre e alla sorella. Il pm chiede 5 anni per il giovane

25 febbraio 2021
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SASSARI. Padre e figlio, rispettivamente di 74 e 30 anni finiti a processo per maltrattamenti nei confronti di moglie e figlia (il primo) e di mamma e sorella (il secondo). Le accuse più pesanti sarebbero a carico del trentenne che avrebbe in più di un’occasione minacciato e insultato la madre. Per lui il pubblico ministero Mario Leo ha chiesto la condanna a cinque anni e quattro mesi di carcere. Mentre per il padre quattro mesi. «Una condotta – scriveva il pubblico ministero nella richiesta di rinvio a giudizio per il più giovane dei due – consistita in particolare in quotidiane richieste di denaro che, laddove non accolte, sfociavano in atti di rappresaglia con violenze fisiche e verbali, con distruzione del mobilio e degli infissi dell’abitazione familiare, ingiurie e minacce del tipo: “non sei una madre”, “ti sfascio tutta la casa”, “non sei degna di essere mia madre”». E poi c’erano quelle rivolte alla sorella: “pazza, putt..., sei psicopatica”, “putt... fatti i ca... tuoi, sei malata, ti faccio male”. Il tutto accompagnato, stando a quanto scritto nell’avviso di conclusione delle indagini da «percosse e sottrazione di oggetti». Sempre all’imputato più giovane sono contestati i reati di minaccia e rapina. In un’occasione avrebbe infatti minacciato un amico della sorella che era in casa con loro e che era intervenuto per difendere la signora che aveva appena avuto una discussione con il figlio: «Puntandogli contro – scrive il pm – un coltello preso dalla tavola apparecchiata e pronunciando le parole “ti ammazzo, ti accoltello, fatti i ca.... tuoi». E ancora, l’imputato trentenne si sarebbe impossessato della tastiera musicale della sorella portandola via dall’interno dell’abitazione «con violenza e minaccia». La sorella aveva infatti cercato di impedirglielo e lui le avrebbe afferrato il braccio e girato il polso.

Il padre avrebbe invece minacciato di morte il ragazzo amico della figlia «brandendo un cacciavite vicino all’abitazione di lei». I due imputati sono difesi dagli avvocati Marco Manca e Elisabetta Udassi che hanno ridimensionato le accuse nei confronti dei propri assistiti spiegando nelle rispettive arringhe che il clima di tensione in famiglia non aveva avuto picchi di violenza e che non si potevano configurare a carico degli imputati i reati che erano stati invece loro contestati. La sentenza è attesa nella prima settimana di marzo.

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