La Nuova Sardegna

Sassari

«Riconvertire salvando il lavoro»

di Gianni Bazzoni
«Riconvertire salvando il lavoro»

Proposta Cgil per Fiume Santo: energia da biomassa e fotovoltaico associato all’accumulo di idrogeno

01 marzo 2021
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SASSARI. La proposta è quella di implementare a Fiume Santo la produzione di energia elettrica da biomassa e fotovoltaico associato a un accumulo di idrogeno (verde) prodotto per via elettrochimica dall’acqua (elettrolisi). L’idrogeno potrebbe poi “restituire” energia elettrica alla rete tramite delle fuel cell o essere utilizzato, come gas, da iniettare nella rete di distribuzione assieme al Gnl che approderà - a breve - proprio lì a fianco. Rete che se interconnessa tramite una indispensabile dorsale di trasporto regionale consentirebbe di rendere l’infrastruttura utile e fruibile per l’intera regione. Magari connettendosi a impianti simili ipotizzabili al sud dell’Isola.

La Cgil di Sassari torna sul futuro del polo energetico di Fiume Santo e sulle strategie per la riconversione legate al processo di de-carbonizzazione (da attuare improrogabilmente entro il 2025). E lo fa con una iniziativa che il segretario generale della Filctem Gianfranco Murtinu cala , rivolgendosi alla Regione (per i rapporti da intrattenere con il Governo nazionale) e alle istituzioni del territorio.

«Abbiamo valutato a suo tempo – afferma Murtinu – il progetto di riconversione a biomassa di Ep come interessante e l’unico, per il momento, che può consentire il mantenimento in esercizio degli impianti e tutelare l’occupazione più di altre ipotesi. Infatti, se si ipotizzasse una alimentazione a gas metano, con qualunque tecnologia, avremmo un drastico ridimensionamento impiantistico e un inaccettabile taglio dei posti di lavoro diretti e indiretti. Ma anche tale progetto è insufficiente per i nostri obiettivi. Sappiamo anche che Ep intende presentare una richiesta per costruire, nei terreni che hanno ospitato i gruppi 1 e 2, un parco fotovoltaico. La nostra posizione è nota: il fotovoltaico non si configura come vera iniziativa industriale, non produce alcun posto di lavoro, e non apporta nulla al tessuto produttivo del un territorio».

La Filctem Cgil conferma di condividere i processi di innovazione e cambiamento che vanno in direzione di uno sviluppo «ambientalmente ed economicamente sostenibile e che salvaguardino, nel contempo, un’occupazione di qualità» (e fa riferimento al progetto di riconversione del Petrolchimico di Porto Torres anche se ancora in una fase incompleta e assolutamente da perfezionare). «Anche il processo di de-carbonizzazione trova, per le stesse motivazioni, la nostra condivisione. Va sottolineato, però, che è nostra intenzione parteciparvi senza che a pagarne le conseguenze siano i lavoratori», ha detto Murtinu. La centrale di Fiume Santo marcerà fino a scadenza dell’accordo di MustRun con Terna (fine 2024) «e in questa sede non ci interessa indugiare nella discussione sulle reali possibilità tecniche, nei tempi indicati, della de-carbonizzazione in Sardegna (si registrano, infatti, forti ritardi sulle infrastrutture necessarie affinché ciò avvenga garantendo la sicurezza del sistema elettrico sardo) ma, gettando uno sguardo più in là, ci siamo presi la responsabilità di proporre una soluzione che garantisca continuità produttiva e occupazione al sito del Nord Sardegna».

La Filctem Cgil ritiene che il progetto abbia le caratteristiche per ottenere consenso, «perché va nella giusta direzione: trasformare i processi energetici e produttivi rendendoli sostenibili sul lungo periodo e innescando, quindi, lo sviluppo delle aree coinvolte». La conclusione è chiara: cogliere «le opportunità che i tempi ci stanno offrendo La politica, soprattutto quella regionale, deve crederci e attivarsi per individuare progetti e soggetti che li portino a compimento, utilizzando quota parte delle risorse assegnategli dal Recovery fund (7 miliardi di euro), senza perdere ulteriore tempo».

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