La Nuova Sardegna

Automobili parcheggiate ai bordi della rotatoria, in cunetta, negli spiazzi davanti i negozi, colonne umane con centinaia di persone che si incamminavano verso l’ingresso di Promocamera. Una scena che da lontano poteva somigliare una delle tante domeniche di una manifestazione fieristica ma ieri mattina riguardava qualcosa di molto più serio, i vaccini, l’unica luce per uscire da un tunnel lungo un anno. E se quel padiglione fieristico offre i metri quadri giusti per allestire un hub come si deve, con venti postazioni e una capacità di mille inoculazioni al giorno, la logistica ha dei difetti, soprattutto all’esterno. Anche all’interno, dove non ci sono, per esempio, i gradini per sedersi. Ma è all’esterno che bisogna lavorare e trovare il modo di gestire in maniera ordinata (che in questo caso vuol dire anche distanziata) una folla composta soprattutto da gente anziana e dai loro accompagnatori serve una diversa organizzazione. Sul posto, con interventi che devono essere costanti e decisi, e anche prima, nella fase preparatoria, perché se troppi appuntamenti vengono dati alla stessa ora, gestire l’afflusso diventa difficile. Così come può capitare anche che le persone si presentino con un po’ di anticipo, o senza prenotazione. A Promocamera forse non è successo nulla di diverso da quello che si è visto in tutta Italia e le code continueranno a lungo, però si può fare qualcosa per evitare che si oltrepassi il livello di guardia. Anche solo dare un numero e un orario già al cancello principale, per esempio, evitando che troppa gente si incanali in un corridoio destinato a sfociare in assembramenti, nervosismi e litigi. La campagna vaccinale sta entrando nel vivo, non ci si può far cogliere impreparati anche su questo versante.