La Nuova Sardegna

Sassari

Ore decisive per scoprire l’omicida

di Gianni Bazzoni
Ore decisive per scoprire l’omicida

Attesa per i risultati delle perizie del Ris su indumenti e video. Oltre a un indagato ci sono 2 sospetti

12 aprile 2021
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SASSARI. C’è un indagato (anche nel suo interesse, nel senso che gli investigatori hanno dovuto iscriverlo nel registro per poter sequestrare e sottoporre a esame una serie di reperti, tra vestiti, telefonino e altri oggetti). Ma ci sono almeno due sospettati, persone anche queste ai margini, e che avrebbero avuto frequentazioni e contatti nelle ultime ore di vita di Mario Sedda, il 39enne di Porto Torres ucciso con una coltellata e il cui corpo è stato trovato la sera del primo aprile in un terreno di via Sassari, all’ingresso della città turritana. Le indagini dei carabinieri si muovono in maniera meticolosa, con una grande attenzione a non bruciare prove che potrebbero risultare determinanti per arrivare a chi ha ucciso in maniera così brutale Mario Sedda.

L’inchiesta è nelle mani del sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Sassari Angelo Beccu ed è finora circondata da un assoluto riserbo. L’impressione è che possa esserci una svolta a breve, ed è evidente che molto dipenderà dai risultati delle perizie affidate agli specialisti dei carabinieri del Ris di Cagliari.

Le telecamere. Il primo riferimento prezioso è alle telecamere che si trovano proprio all’ingresso della città, in una posizione dominante, di fronte al punto dove è stato trovato il corpo senza vita del 39emme di Porto Torres. Una postazione strategica, con traiettoria diretta e quei video (che sono già stati acquisiti) potrebbero fornire la chiave determinante per risolvere il caso. Nelle immagini, infatti, potrebbe esserci tutto quello che serve ai carabinieri per capire chi c’era con Mario Sedda il giorno che è stato ucciso. E se anche non è stata ripresa la scena dell’omicidio è facile immaginare che le telecamere di quella postazione possano avere registrato il passaggio (prima o dopo) di persone da mettere in relazione con l’omicidio.

Il coltello. L’arma del delitto è un coltello particolare, con la lama di ceramica e una parte è stata rilevata - dal medico legale che ha eseguito l’autopsia - conficcata nel cranio della vittima. Non si tratta di un’arma comune, quindi è facile che qualcuno possa avere notato, magari nei giorni precedenti quel coltello nelle mani di qualcuno. E su questo sono in corso accertamenti.

L’indagato. La persona iscritta nel registro degli indagati per il reato di omicidio volontario è un uomo di 60 anni di Porto Torres. Fin dal primo momento si è dichiarato totalmente estraneo al delitto, ha ammesso di conoscere Mario Sedda e di averlo incontrato anche di recente. Ma niente di più. Gli esami dei carabinieri del Ris serviranno per evidenziare e comparare alcune tracce ematice sui suoi vestiti. Ma anche se dovessero appartenere a Mario Sedda questo non vuol dire automaticamente che sia l’autore dell’omicidio.

I sospettati. Ce ne sono almeno due. Si tratterebbe di persone che conoscevano bene Mario Sedda e che lo hanno frequentato anche nell’ultimo periodo. Pare che con una di queste ci sia stato anche un violento litigio per futili motivi. Cose che succedono a chi vive gran parte delle giornate per strada e non ha il paracadute sociale sempre aperto per fronteggiare le cadute. L’attenzione degli investigatori è rivolta ad alcuni dettagli che potrebbero risultare determinanti per lo sviluppo delle indagini.

Chi sa. É possibile che ci sia qualcuno (e forse anche più di uno) che sappia cose utili per risolvere il caso. E forse ha paura di esporsi. Ma in queste situazioni esistono mille modi per aiutare il lavoro degli investigatori pur restando anonimi.

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