La Nuova Sardegna

Sassari

Non diffamò la Giudici, assolto dopo dieci anni

Non diffamò la Giudici, assolto dopo dieci anni

Un dirigente fu querelato dall’ex presidente della Provincia per una lettera pubblicata sulla Nuova

13 aprile 2021
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SASSARI. Ha rinunciato alla prescrizione sicuro di non aver commesso alcun reato ma di aver esercitato semplicemente il proprio diritto di critica in merito a una vicenda che coinvolgeva la Provincia di Sassari e in particolare l’allora presidente Alessandra Giudici. Ed era stata proprio lei a portare Francesco Maria Nurra, all’epoca dirigente alla Comunità montana, davanti al giudice sentendosi diffamata dal contenuto di una lettera che l’imputato aveva scritto e che era stata pubblicata sulla Nuova Sardegna il 7 dicembre del 2011.

Il giudice Mauro Pusceddu, accogliendo integralmente le osservazioni dell’avvocato difensore Gian Marco Mura, ha assolto Nurra nel merito «perché il fatto non sussiste».

In particolare veniva contestato all’imputato di aver offeso la reputazione di Alessandra Giudici per averla accusata di «aver arrecato un danno erariale, in questi quattro anni, di almeno 400mila euro» in barba «agli sbandierati principi di buon andamento, imparzialità e economicità della pubblica amministrazione».

Nel corso del processo, durato oltre dieci anni, sono stati sentiti numerosi testimoni «e sono state prodotte alcune sentenze – ha aggiunto il difensore – sia amministrative che penali che, dinanzi a casi simili a quelli relativi alla figura di un altro dirigente (vero bersaglio delle critiche poiché avrebbe ricoperto un ruolo in assenza dei titoli necessari, come la laurea) avevano condannato gli amministratori pubblici per danno erariale, oltre che per responsabilità penali».

All’udienza di alcuni giorni fa il pubblico ministero ha concluso chiedendo il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. La difesa di Nurra, invece, ha chiesto che il giudice entrasse nel merito della vicenda e pronunciasse una sentenza assolutoria con formula ampia.

L’avvocato Mura ha elencato una serie di sentenze della Cassazione relative al diritto di critica «che dimostravano l’assoluta correttezza del comportamento tenuto dal mio assistito sia sotto il profilo sostanziale (considerato che quanto affermava era vero) sia sotto il profilo prettamente espressivo, posto che le sue parole, pur aspre, erano comunque del tutto in linea con il diritto di espressione del proprio libero pensiero».

E il giudice ha accolto la richiesta assolvendo Nurra nel merito. (na.co.)



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