La Nuova Sardegna

Sassari

Corrias, Riformatori addio «Pensano solo a Cagliari»

di Giovanni Bua
Corrias, Riformatori addio «Pensano solo a Cagliari»

Sostituito nel gabinetto dell’assessore regionale, si dimette da coordinatore «Come tutti i partiti guardano solo al Capo di sotto, aveva ragione Beppe Pisanu»

18 aprile 2021
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SASSARI. «Quando Beppe Pisanu, sulle pagine della Nuova ha lanciato, con il suo consueto acume, l’allarme per un’Isola che marciava a due velocità, che guardava solo al capo di sotto, ho subito pensato che aveva ragione da vendere. E che avrei fatto la mia parte per provare a cambiare le cose. Oggi prendo atto dell’impossibilità di farlo nell’attuale quadro politico, e dentro quello che era il mio partito: i Riformatori. Affetto, quanto e più degli altri, da un cagliaricentrismo miope e inscalfibile. Per questo motivo sono costretto, con dolore, a lasciarlo».

Pesa le parole col bilancino Vincenzo Corrias, da ieri ex coordinatore provinciale del partito di Cossa e Fantola, e dal 14 aprile ex capo di gabinetto dell’assessore regionale ai Lavori pubblici Aldo Salaris. Incarico nel quale è stato sostituito da Lucia Tidu, originaria di Sorgono e già consulente dello scomparso assessore Roberto Frongia. L’ultima crepa di un rapporto incrinato già da mesi, con l’ex segretario particolare del ministro Pisano che spiega: «Me lo aspettavo, magari non con questi modi. Ma è il naturale esito di un’unione di intenti che non c’era più».

A causare la sostituzione, e il successivo abbandono del partito, l’insofferenza per il cagliaricentrismo? «Sicuramente – sottoline Corrias – io mi sento profondamente sassarese. E ho lavorato senza sosta per aiutare il mio territorio, e tutti i territori dell’Isola, dalla poltrona che occupavo ai Lavori Pubblici. Lascio in eredità, per citare l’ultimo intervento, una convenzione che Area firmerà con i Comuni per poter fare accedere al superbonus gli immobili comunali. Ne parlavamo qualche giorno fa con il sindaco Campus. Ma ho lavorato ottimamente con Porto Torres, Alghero, Ittiri, tutto il mio territorio, senza guardare bandiere o partiti ma solo pratiche che si potevano sbloccare». Un problema? «Non so, sicuramente ero un corpo estraneo rispetto a un sistema che ruota tutto intorno a Cagliari e ai suoi interessi. Un sistema che coinvolge tutti i partiti, compreso il mio. Una delusione che non potevo sopportare».

Un problema soprattutto politico: «Ho condiviso – spiega Corrias – la battaglia per il riconoscimento del principio d’Insularitá, il “degrado tour” in giro per Sassari, le sale finalmente piene fino alla piazza per il senatore Doria che ho avuto il privilegio di organizzare e presentare. E, con impegno, ho “fatto politica” nel mio ruolo di coordinatore provinciale, con interessanti “laboratori” a Ittiri, Porto Torres. Mi sono accorto però che fermenti ideali e proposte innovative passavano in secondo piano, e un reale riequilibrio di risorse e attenzioni non solo non interessava ma anche infastidiva. E non parlo solo dei Riformatori».

Un problema anche del governatore Solinas? «Assolutamente no – sottolinea con forza Corrias –. Lavorando con Solinas ho scoperto una persona acuta, preparata e davvero interessata a risolvere i problemi. E’ la macchina intorno che gira male. E il problema è strutturale e antico. Cagliari ha sempre avuto il primato dell’economia, Sassari della politica. Venuto meno il ruolo di Sassari l’economia cagliaritana si è messa a fare politica. E questo non va bene».

Non è detto che il suo sia un addio alla politica: «Sicuramente ho bisogno di una pausa. Rimango fedele ai miei ideali di “civismo centralista”. Sono stato contattato da partiti nazionali, ma resto un sostenitore dei valori del nostro territorio. E vedo un solo partito che abbia una connotazione così: il Psd’Az. Per il resto seguo l’insegnamento del mio mentore Pisanu, ognuno risponde alla sua coscienza. E io ora sono in pace con la mia».

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