Ai “Cronici” ospiti in dimissione
di Paoletta Farina
Casa della Divina Provvidenza in bolletta: ottanta pazienti dovranno lasciare l’istituto entro il mese
25 aprile 2021
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SASSARI. Via gli ospiti entro la fine del mese e posto di lavoro a rischio per una quarantina di dipendenti. La Casa della Divina Provvidenza chiude. Temporaneamente (forse). Il bilancio in rosso non consente di andare avanti, undici pignoramenti sulle rette sono stati avviati da lavoratori che non ricevono regolarmente lo stipendio, ma solo acconti sull’arretrato. I “Cronici”, così come è chiamano dai sassaresi da quando l’istituto venne fondato da padre Manzella, vivono uno dei momenti più bui della loro storia.
Tensione nella casa di piazza Sant’Agostino, ieri mattina, quando i vertici hanno comunicato la situazione al personale. E scoramento nelle famiglie dei ricoverati che sempre da ieri stanno ricevendo la lettera della Fondazione Divina Provvidenza, firmata dal vice presidente del consiglio di amministrazione, Andrea Pintus, con la quale vengono informati delle dimissioni dei loro congiunti entro il 30 aprile. Nella lettera, inviata anche via mail, il vicepresidente afferma che «duole comunicare che la attuale situazione della Casa della Divina Provvidenza non consente, principalmente sotto il profilo economico, di garantire, almeno temporaneamente, nelle prossime settimane i livelli minimi ottimali dei servizi di assistenza erogati che, unitamente alle note vulnerabilità indotte dalla pandemia, potrebbero esporre ad ulteriori rischi l’incolumità delle persone». Ma è il successivo passaggio a chiarire il perché l’istituto per anziani si sia ritrovato in una situazione di ingestibilità: e cioè «la mancanza di sostegno da parte dei soggetti sociali e istituzionali del nostro territorio alla condivisione degli obiettivi di assistenza». Tradotto, è un richiamo anche alle responsabilità del Comune e della Curia, che devono ancora nominare i loro rappresentanti nel cda che già sta registrando la defezione della presidente Vincenzina Biddau, di cui sono attese le dimissioni formali.
Considerate le travagliate vicende nell’amministrazione dell’ospizio, niente di nuovo, ma ora il dramma investe gli oltre ottanta ospiti, tutti soggetti fragili: anziani, allettati, persone sole, malati psichiatrici della casa protetta. Quale sarà il loro futuro? Gli ospiti versano la loro pensione per godere dell’assistenza, pensioni non certo pesanti, e la loro retta viene infatti integrata dai fondi dell’assessorato regionale alle Politiche sociali e dalla Assl. Dove potranno essere assistiti, quando dovranno lasciare la “Divina Provvidenza”? Nelle Rsa i posti a disposizione non sono mai sufficienti e sono anche stati ridotti in seguito all’emergenza sanitaria, e, soprattutto, hanno costi più alti. Inoltre non tutti hanno una famiglia che possa accoglierli. E quando si sbroglierà la situazione? Nessuno, in questo momento può dare tempi certi, e infatti nella comunicazione ai parenti si dice genericamente «fino a quando non si porranno in essere soluzioni adeguate al ripristino del servizio».
Venerdì il cda ha convocato i sindacati – Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica e la Csa – in streaming per comunicare che la situazione era grave e che nella serata avrebbe deciso sulla dimissione degli ospiti. Gli undici pignoramenti disposti dal giudice aggrediscono una parte delle rette, per la prima volta: 65 su 75. E le rette rappresentano un introito mensile per la Fondazione che va dai 145mila ai 160mila euro. Pignoramenti che seguono quelli del 2019, sul contribuiti regionali e sulle somme erogate dall’Ats. Di recente il sindaco Campus aveva annunciato in Consiglio lo spostamento di 800mila euro destinati alla “Divina Provvidenza per la ristrutturazione di Casa Serena. Insomma, serve un’iniezione di fondi urgente. O i “Cronici” chiuderanno per sempre i battenti.
Tensione nella casa di piazza Sant’Agostino, ieri mattina, quando i vertici hanno comunicato la situazione al personale. E scoramento nelle famiglie dei ricoverati che sempre da ieri stanno ricevendo la lettera della Fondazione Divina Provvidenza, firmata dal vice presidente del consiglio di amministrazione, Andrea Pintus, con la quale vengono informati delle dimissioni dei loro congiunti entro il 30 aprile. Nella lettera, inviata anche via mail, il vicepresidente afferma che «duole comunicare che la attuale situazione della Casa della Divina Provvidenza non consente, principalmente sotto il profilo economico, di garantire, almeno temporaneamente, nelle prossime settimane i livelli minimi ottimali dei servizi di assistenza erogati che, unitamente alle note vulnerabilità indotte dalla pandemia, potrebbero esporre ad ulteriori rischi l’incolumità delle persone». Ma è il successivo passaggio a chiarire il perché l’istituto per anziani si sia ritrovato in una situazione di ingestibilità: e cioè «la mancanza di sostegno da parte dei soggetti sociali e istituzionali del nostro territorio alla condivisione degli obiettivi di assistenza». Tradotto, è un richiamo anche alle responsabilità del Comune e della Curia, che devono ancora nominare i loro rappresentanti nel cda che già sta registrando la defezione della presidente Vincenzina Biddau, di cui sono attese le dimissioni formali.
Considerate le travagliate vicende nell’amministrazione dell’ospizio, niente di nuovo, ma ora il dramma investe gli oltre ottanta ospiti, tutti soggetti fragili: anziani, allettati, persone sole, malati psichiatrici della casa protetta. Quale sarà il loro futuro? Gli ospiti versano la loro pensione per godere dell’assistenza, pensioni non certo pesanti, e la loro retta viene infatti integrata dai fondi dell’assessorato regionale alle Politiche sociali e dalla Assl. Dove potranno essere assistiti, quando dovranno lasciare la “Divina Provvidenza”? Nelle Rsa i posti a disposizione non sono mai sufficienti e sono anche stati ridotti in seguito all’emergenza sanitaria, e, soprattutto, hanno costi più alti. Inoltre non tutti hanno una famiglia che possa accoglierli. E quando si sbroglierà la situazione? Nessuno, in questo momento può dare tempi certi, e infatti nella comunicazione ai parenti si dice genericamente «fino a quando non si porranno in essere soluzioni adeguate al ripristino del servizio».
Venerdì il cda ha convocato i sindacati – Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica e la Csa – in streaming per comunicare che la situazione era grave e che nella serata avrebbe deciso sulla dimissione degli ospiti. Gli undici pignoramenti disposti dal giudice aggrediscono una parte delle rette, per la prima volta: 65 su 75. E le rette rappresentano un introito mensile per la Fondazione che va dai 145mila ai 160mila euro. Pignoramenti che seguono quelli del 2019, sul contribuiti regionali e sulle somme erogate dall’Ats. Di recente il sindaco Campus aveva annunciato in Consiglio lo spostamento di 800mila euro destinati alla “Divina Provvidenza per la ristrutturazione di Casa Serena. Insomma, serve un’iniezione di fondi urgente. O i “Cronici” chiuderanno per sempre i battenti.