La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il violentatore seriale incastrato dalle immagini

Luca Fiori
Sassari, il violentatore seriale incastrato dalle immagini

Il 32enne nigeriano era stato arrestato il 2 maggio dopo due tentati stupri  Ora la Procura gli contesta anche il primo episodio del 29 aprile in centro

13 maggio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Prima che potesse colpire una terza volta in pochi minuti, gli agenti della squadra volante della questura erano riusciti a stringergli le manette intorno ai polsi e lo avevano accompagnato in carcere.

Koabr Buhro, cittadino nigeriano di 32 anni, la mattina del due maggio scorso nell’arco di un quarto d’ora aveva tentato di violentare due donne che stavano correndo sulla pista ciclabile della Buddi Buddi, ma l’allarme lanciato immediatamente dalle vittime gli aveva impedito di allontanarsi.

Sulle su tracce, da due giorni si erano già messi gli investigatori della sezione operativa dei carabinieri della compagnia di Sassari, dopo la denuncia di una terza donna, una barista sassarese che la mattina del 29 aprile era stata aggredita in via al Carmine mentre andava a lavoro.

Gli inquirenti sono certi che si tratti della stessa persona e ieri mattina sono stati i carabinieri a notificare al 32enne un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari Carmela Rita Serra, su richiesta del sostituto procuratore Lara Senatore, titolare dell’inchiesta per violenza sessuale continuata e lesioni.

L’uomo, difeso dall’avvocato Natalino Zarelli, ha ricevuto la comunicazione nel carcere di Bancali, dove si trova dal giorno dell’arresto effettuato dalla polizia.

Sono stati gli investigatori della compagnia di Sassari dei carabinieri, guidati dal capitano Giuseppe Sepe, a raccogliere le prove per contestare al cittadino nigeriano anche il primo episodio di violenza, avvenuto nel centro storico.

I militari avevano avviato le indagini subito dopo la prima aggressione, raccogliendo diverse testimonianze e passando al setaccio le registrazioni di vari impianti di videosorveglianza del centro cittadino, così da ricostruire in modo certosino i movimenti dell’aggressore prima e dopo il tentativo di stupro.

In quell’occasione Koabr Buhro era riuscito a far perdere le proprie tracce, ma 48 ore dopo gli agenti della Volante, guidati dal dirigente Ettore Floris, erano riusciti fortunatamente a bloccarlo. Quando i poliziotti lo avevano fatto salire in macchina per accompagnarlo in questura avevano notato che nella parte di davanti dei pantaloni della tuta da ginnastica l’uomo aveva praticato un’apertura con un taglio, con l’evidente scopo di agevolare l’estrazione dell’organo genitale per commettere le violenze.

Lo scambio di informazioni e la collaborazione tra polizia e carabinieri ha permesso in pochi giorni alla Procura della Repubblica di avere un quadro probatorio schiacciante nei confronti del 32enne, risultato irregolare sul territorio italiano, con diversi alias e precedenti per stupro. L’uomo era già condannato infatti per reati sessuali commessi in una località del Nord Italia e pure fino a dieci giorni fa, prima di essere fermato, era libero di spostarsi tranquillamente tra la città e la periferia alla ricerca di donne sole da aggredire.

Non si esclude che possa essere anche responsabile di altri episodi di violenza commessi con modalità simili nell’isola e nella penisola.

Le sue generalità erano state accertate solo grazie ai rilievi fotosegnaletici effettuati in questura. Gli inquirenti avevano scoperto inoltre che lo scorso marzo l’uomo era stato raggiunto da un decreto di espulsione e intimazione a lasciare il territorio dello Stato emessi da prefetto e questore di Nuoro. Ma invece di lasciare l’Italia aveva semplicemente cambiato provincia stabilendosi in città.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative