Farmaci scaduti, rinviati a giudizio due medici di guardia
di Luca Fiori
Tre anni fa la scoperta nell’ambulatorio di Ploaghe. I medicinali sequestrati durante un controllo a sorpresa
17 maggio 2021
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SASSARI. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Sassari era scattata tre anni fa, dopo un blitz a sorpresa nella sede del servizio di guardia medica di Ploaghe. Nell’ambulatorio pubblico erano stati trovati dai carabinieri del Nas numerosi farmaci e dispositivi medici scaduti accanto ad altri medicinali e dispositivi in corso di validità.
Per due medici di guardia dopo la relazione dei militari del nucleo anti sofisticazioni dell’Arma di Sassari era scattata la denuncia e l’iscrizione nel registro degli indagati. Entrambi sono stati rinviati a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare e a fine giugno dovranno presentarsi davanti al giudice Anna Pintore per difendersi dall’accusa di tentata somministrazione di medicinali guasti, reato punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a 103 euro.
Dalle indagini dei militari del Nas, guidati dal luogotenente Gavino Soggia, era emerso che il blitz a sorpresa aveva evitato fortunatamente che i farmaci venissero somministrati ai pazienti dell’ambulatorio.
Fra i medicinali non più utilizzabili, in particolare, i militari del Nas avevano rilevato la presenza di flaconcini di “insulina lispro” e “glucosio B. baun 33 percento” che - a differenza di altri - risultavano presenti nell’ambulatorio di Ploaghe esclusivamente in confezioni e lotti scaduti già da tempo.
Le indagini sull’accaduto, sviluppate subito dopo la scoperta dei farmaci scaduti negli armadietti dell’ambulatorio di Ploaghe, avrebbero portato i carabinieri a ipotizzare la possibile responsabilità dei due sanitari. Nel registro degli indagati erano finiti G.C., 63 anni e B.G.N., 58 anni, difesi dagli avvocati Sebastiano Ventura e Teresa Pes.
Il primo era coordinatore dell’ambulatorio di continuità assistenziale (ex guardia medica) e l’altra medico di guardia all’atto del controllo. Secondo quanto accertato dai Nas i medicinali in esame (l’insulina e il glucosio) - rientranti fra le dotazioni dei presidi sanitari e farmacologici previste come “standard minimo” per la continuità assistenziale dall’accordo regionale per la medicina generale in attuazione di quanto previsto dall’accordo collettivo nazionale del 29 luglio 2009 - non risultavano segnalati (come prevede l’apposita normativa) e venivano conservati assieme agli altri in corso di validità e che nella serata di quel venerdì 13 aprile 2018, giorno del blitz dei Nas, nessuna farmacia risultava di turno a Ploaghe.
Una valutazione che - secondo le accuse del sostituto procuratore Enrica Angioni, titolare dell’inchiesta - avrebbe reso ancora più grave la situazione, con un pericolo serio che avrebbe coinvolto coloro che si fossero presentati nell’ambulatorio di Ploaghe e avrebbero potuto vedersi somministrare un farmaco scaduto dai medici di guardia. Le spiegazioni dei medici in merito alla presenza dei farmaci scaduti non sono bastate a evitare a entrambi il rinvio a giudizio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Per due medici di guardia dopo la relazione dei militari del nucleo anti sofisticazioni dell’Arma di Sassari era scattata la denuncia e l’iscrizione nel registro degli indagati. Entrambi sono stati rinviati a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare e a fine giugno dovranno presentarsi davanti al giudice Anna Pintore per difendersi dall’accusa di tentata somministrazione di medicinali guasti, reato punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a 103 euro.
Dalle indagini dei militari del Nas, guidati dal luogotenente Gavino Soggia, era emerso che il blitz a sorpresa aveva evitato fortunatamente che i farmaci venissero somministrati ai pazienti dell’ambulatorio.
Fra i medicinali non più utilizzabili, in particolare, i militari del Nas avevano rilevato la presenza di flaconcini di “insulina lispro” e “glucosio B. baun 33 percento” che - a differenza di altri - risultavano presenti nell’ambulatorio di Ploaghe esclusivamente in confezioni e lotti scaduti già da tempo.
Le indagini sull’accaduto, sviluppate subito dopo la scoperta dei farmaci scaduti negli armadietti dell’ambulatorio di Ploaghe, avrebbero portato i carabinieri a ipotizzare la possibile responsabilità dei due sanitari. Nel registro degli indagati erano finiti G.C., 63 anni e B.G.N., 58 anni, difesi dagli avvocati Sebastiano Ventura e Teresa Pes.
Il primo era coordinatore dell’ambulatorio di continuità assistenziale (ex guardia medica) e l’altra medico di guardia all’atto del controllo. Secondo quanto accertato dai Nas i medicinali in esame (l’insulina e il glucosio) - rientranti fra le dotazioni dei presidi sanitari e farmacologici previste come “standard minimo” per la continuità assistenziale dall’accordo regionale per la medicina generale in attuazione di quanto previsto dall’accordo collettivo nazionale del 29 luglio 2009 - non risultavano segnalati (come prevede l’apposita normativa) e venivano conservati assieme agli altri in corso di validità e che nella serata di quel venerdì 13 aprile 2018, giorno del blitz dei Nas, nessuna farmacia risultava di turno a Ploaghe.
Una valutazione che - secondo le accuse del sostituto procuratore Enrica Angioni, titolare dell’inchiesta - avrebbe reso ancora più grave la situazione, con un pericolo serio che avrebbe coinvolto coloro che si fossero presentati nell’ambulatorio di Ploaghe e avrebbero potuto vedersi somministrare un farmaco scaduto dai medici di guardia. Le spiegazioni dei medici in merito alla presenza dei farmaci scaduti non sono bastate a evitare a entrambi il rinvio a giudizio.
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