La Nuova Sardegna

Sassari

Le fornaci del duca Manca adesso diventano tre

di Daniela Deriu
Le fornaci del duca Manca adesso diventano tre

Thiesi.Nuova scoperta di un gruppo di studiosi nel feudo del ricco don Antonio «Ora occorre intervenire perché non spariscano testimonianze del passato»

18 maggio 2021
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THIESI. Scoperta nell’agro di Thiesi un'antica fornace a legna: la terza struttura rinvenuta nel territorio thiesino. L’edificazione e l’uso sarebbero riconducibili alla storia dell’imprenditoria locale di fine 800, in particolare della famiglia Manca. Insieme al ritrovamento della fornace emerge però la necessità di intervenire per evitare che possano crollare esempi importanti di fornaci calcaree del passato. Nel Meilogu, da un anno a questa parte, sono riaffiorati numerosi reperti del patrimonio storico sardo.

L’interessante ritrovamento, realizzato nei giorni scorsi dal gruppo di escursionisti ed esperti del territorio Tino Manconi, Gian Mario Demartis e Vincenzo Porcu, sarà presto sottoposto ad ulteriori vagli di studiosi. Ancora una volta al centro di importanti studi è una delle campagne di Thiesi, fra quelle non lontane dall’abitato: “Sa Tanca de Santu Ainzu”, precisamente la località “Iscala ‘e Mela”. La fornace rinvenuta proprio qualche giorno fa sarebbe la terza dopo quella situata nella roccia dei Sette Pianos in territorio di Bessude (che pare rifornisse Bessude e i paesi vicini di Siligo, Banari, Bonnanaro) e un’altra grande calcara , “Su Furraghe”, nella quale veniva prodotta la calce per il paese di Thiesi.

Tutte le strutture sono situate nella vasta area poco distante da un fitto bosco detto “Sa Silva” e dalla chiesetta romanico-giudicale di San Gavino, di proprietà della famiglia Manca. «Che la famiglia Manca, feudataria a Thiesi, Bessude e Cheremule, ma anche di altri paesi come Mores, Ossi, e l’Asinara, abbia amministrato attività produttive si rileva, anche, dal testamento di don Antonio Manca, duca di Thiesi, morto nei primi anni del 1800.

«Nell’atto notarile risultano mulini, fornaci e produzione di tegole che ricordano come i feudatari avessero la gestione di tutte le attività produttive riservandosi di rilasciare permessi ad altri dietro pagamento di canoni spesso esosi», spiega Tino Manconi. «Se la presenza di due fornaci gestite dal feudatario faceva emergere una importante attività imprenditoriale del duca – aggiunge Vincenzo Porcu – questa terza manifesta una produzione di calce che doveva essere distribuita in una zona molto più vasta del feudo, presupponendo un mercato in tutto il Meilogu attuale, quindi, il Cabuabbas, il Costaval, il Meilogu Oppia, ed altri».

Ora gli esperti sperano in una maggiore salvaguardia del patrimonio: «Questa nuova e interessante scoperta permette, oltre ad ampliare la conoscenza dei beni culturali dei nostri paesi, di mettere in evidenza la necessità di intervenire per evitare che queste importanti strutture produttive possano crollare a causa dell’abbandono».

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