La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Ferro bandiera blu al regno degli alternativi

di Andrea Massidda
Porto Ferro bandiera blu al regno degli alternativi

La spiaggia rossiccia tra Capo Caccia e l’Argentiera premiata per la sostenibilità Una baia lunga due chilometri dove si vive tra natura, surf e intrattenimento

23 giugno 2021
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SASSARI. Il Touring club Italia la segnala come tra le più belle spiagge della Sardegna e la Fee (Foundation for environmental education) la considera tra le più ecosostenibili in assoluto, al punto che per il sesto anno consecutivo le ha aggiudicato la “Bandiera blu”. Presidiata da tre torri d’avvistamento costruite dagli spagnoli nel XVII secolo per arginare la minaccia saracena, quella raccolta nell’insenatura di Porto Ferro – enclave sassarese nella Nurra di Alghero – si presenta come una mezzaluna di due chilometri orientata verso ponente, cioè a Ovest, davanti alla Spagna. A caratterizzarla rispetto agli altri arenili della Sardegna è certamente la sabbia dal colore ambrato, formatasi nei millenni dai promontori di trachite rossastra punteggiati dalla macchia mediterranea che la circonda, con una prevalenza di elicriso. Basterebbero soltanto questi dettagli ambientali per farne una perla balneare, ma ad aggiungersi alla natura c’è anche la delicata azione dell’uomo: un baretto ricco di iniziative culturali, poi una griglieria dove a pranzo e a cena è possibile gustare delizie come calamari freschissimi e arrostite di carne da favola, e ancora una rinomata scuola di surf, fanno di questo luogo una meta ambita dai turisti di tutto il mondo e dagli stessi sardi. Persone che hanno in comune un ideale di vacanza: quella trascorsa in una spiaggia libera con i servizi – che non mancano – disposti in maniera per niente invasiva.

Petra, una trentacinquenne slovacca distesa al sole insieme ai suoi figli, sintetizza bene questa filosofia: «Ho girato la Sardegna in lungo e in largo – dice mostrando una grande sorriso – ma alla fine è qui a Porto Ferro che mi trovo meglio. Del resto ci vengo da quando ero ragazzina e adesso me la godo con i miei bambini. La sabbia bianchissima come nei depliant che promuovono l’isola? Bellissima, figurarsi, ma non è quello che per me rende una spiaggia accogliente. Per capirci – spiega –, pur amando Stintino e il suo splendido mare preferisco mille volte venire qui senza sentirmi circondata da lettini e ombrelloni. Parole in sintonia con quelle di Sandra, una ragazza tedesca che – con la pelle quasi ustionata – si fa avvolgere dal sole accanto al suo fidanzato Marco, di Serramanna. «Avrei potuto portarla in tantissime altre spiagge – taglia corto lui – ma veniamo qui perché siamo surfisti».

Già, il surf. Da qualche anno Marco Pistidda, un sassarese di 39 anni che sembra uscito dal set del film “Un mercoledì da leoni”, gestisce la “Bonga surf school” dove insegna anche ai principianti assoluti come salire su una tavola e cavalcare un’onda. «Abbiamo clienti che arrivano da tutta Europa – dice – anche perché Porto Ferro è un luogo del Nord Ovest della Sardegna che i surfisti reputano strategico: la baia, infatti, abbraccia le mareggiate di maestrale e di libeccio, consentendo la situazione ideale per imparare a fare surf».Ma non solo. «Il bello – aggiunge il maestro – è che alla fruibilità del moto ondoso non corrisponde quasi mai il vento fastidioso sull’arenile, così che anche chi fa da accompagnatore ai surfisti può tranquillamente godersi il mare. La verità – conclude Marco Pistidda – è che Porto Ferro emana un’energia particolare che rende questa località magica: soprattutto al tramonto, quando il sole s’immerge nel mare».

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