Addio a Benito, principe della fainè
di Pasquale Porcu
È scomparso a 87 anni il fondatore dello storico forno in via Sant’Apollinare
25 giugno 2021
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SASSARI. A Sassari, quando si parla di Benito, non ci si riferisce al “figlio del fabbro” ma a Benito Demontis, principe della fainè alla sassarese. Anzi della “affainè”, per dirla come a Santu Purinari o in lu Patiu di lu Dialu. Non solo il centro storico, da qualche giorno, è lutto per la scomparsa dell'uomo che per mezzo secolo ha sfornato lo snack più amato dai sassaresi “in ciabi” (ieri si è svolta la tumulazione).
Aveva 87 anni e fino a un paio di anni fa aveva lavorato nel suo locale storico, in via Sant'Apollinare e in quello di via delle Conce, il Benito 2. «Non stava male – dice la figlia Rossana – ma negli ultimi giorni era come se si fosse accasciato. Nonostante la paresi che lo aveva colpito qualche anno fa e lo faceva zoppicare, nostro padre cercava comunque di rendersi sempre utile, facendo piccoli lavoretti e, soprattutto, portando la legna per il forno».
I due forni di Benito e quelli di Mario Marongiu, in via Usai, sono stati sempre alimentati a legna perché il gusto della fainè è indubbiamente migliore. E a proposito di gusti la specialità di Demontis è la fainè “alla Benito”, da premiare, dicono i clienti affezionati, con “un dieci tondo”. Ingredienti: peperoni, zuccine, pancetta, salsicce e cipolle, un mix che lo ha imposto all'attenzione degli appassionati. Un gusto che si aggiunge a quello classico e a quello alle cipolle.
L'attività in via Sant'Apollinare è nata nel 1970, quella alle Conce, con pizzeria, 35 anni fa. «Mio padre faceva il tassista e il camionista, e la sua base operativa era di fronte alla stazione. Ma era nato e cresciuto a Sant’Apollinare, era quello il suo regno – racconta Rossana – Poi ha voluto cimentarsi con la fainè, ma prima di raggiungere il risultato desiderato con mia madre, Vincenza Dettori, che ha sempre lavorato al forno, hanno provato e riprovato, tante volte. E una volta che si è sentito sicuro della qualità raggiunta ha avviato il forno». Man mano che crescevano gli affari e il gradimento del pubblico, nell'attività sono entrati anche i figli: Gianni, Rossana, Claudio, Adriano e Mauro (che manda avanti l'attività in via Sant'Apollinare con la moglie e la moglie di Claudio e con i loro figli). «Ora, con l'estate, i forni e la pizzeria delle Conce sono chiusi – dice Rossana –, durante la pandemia abbiamo sofferto molto, anche perché chi ama la fainè la vuol mangiare al tavolo. Speriamo di riprendere bene a settembre».«Con Benito scompare un lavoratore infaticabile, serio e onesto – dice Mario Marongiu, titolare del forno della fainè in via Usai –. Un uomo d’ altri tempi che meritava stima e rispetto. La sua scomparsa mi ha addolorato. È un pezzo di Sassari che se ne va».
Aveva 87 anni e fino a un paio di anni fa aveva lavorato nel suo locale storico, in via Sant'Apollinare e in quello di via delle Conce, il Benito 2. «Non stava male – dice la figlia Rossana – ma negli ultimi giorni era come se si fosse accasciato. Nonostante la paresi che lo aveva colpito qualche anno fa e lo faceva zoppicare, nostro padre cercava comunque di rendersi sempre utile, facendo piccoli lavoretti e, soprattutto, portando la legna per il forno».
I due forni di Benito e quelli di Mario Marongiu, in via Usai, sono stati sempre alimentati a legna perché il gusto della fainè è indubbiamente migliore. E a proposito di gusti la specialità di Demontis è la fainè “alla Benito”, da premiare, dicono i clienti affezionati, con “un dieci tondo”. Ingredienti: peperoni, zuccine, pancetta, salsicce e cipolle, un mix che lo ha imposto all'attenzione degli appassionati. Un gusto che si aggiunge a quello classico e a quello alle cipolle.
L'attività in via Sant'Apollinare è nata nel 1970, quella alle Conce, con pizzeria, 35 anni fa. «Mio padre faceva il tassista e il camionista, e la sua base operativa era di fronte alla stazione. Ma era nato e cresciuto a Sant’Apollinare, era quello il suo regno – racconta Rossana – Poi ha voluto cimentarsi con la fainè, ma prima di raggiungere il risultato desiderato con mia madre, Vincenza Dettori, che ha sempre lavorato al forno, hanno provato e riprovato, tante volte. E una volta che si è sentito sicuro della qualità raggiunta ha avviato il forno». Man mano che crescevano gli affari e il gradimento del pubblico, nell'attività sono entrati anche i figli: Gianni, Rossana, Claudio, Adriano e Mauro (che manda avanti l'attività in via Sant'Apollinare con la moglie e la moglie di Claudio e con i loro figli). «Ora, con l'estate, i forni e la pizzeria delle Conce sono chiusi – dice Rossana –, durante la pandemia abbiamo sofferto molto, anche perché chi ama la fainè la vuol mangiare al tavolo. Speriamo di riprendere bene a settembre».«Con Benito scompare un lavoratore infaticabile, serio e onesto – dice Mario Marongiu, titolare del forno della fainè in via Usai –. Un uomo d’ altri tempi che meritava stima e rispetto. La sua scomparsa mi ha addolorato. È un pezzo di Sassari che se ne va».