La Nuova Sardegna

Sassari

Gli avvocati degli ultras: «Non fu un saccheggio»

Gli avvocati degli ultras: «Non fu un saccheggio»

Scontri alla stazione, i difensori del gruppo degli “Sconvolts” hanno chiesto l’assoluzione al gup

30 giugno 2021
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SASSARI. Quello che accadde il 25 marzo del 2017 davanti alla stazione di Sassari, quando si scatenò una vera e propria guerriglia urbana tra 180 tifosi cagliaritani appartenenti al gruppo degli “Sconvolts” e alcuni tifosi della Torres «non può essere considerata una devastazione e un saccheggio».

È quando hanno sostenuto ieri mattina davanti al giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Grotteria, gli avvocati Marcella Cabras, Giovanni Adami e Matteo Arca, difensori di cinquanta dei settantasette imputati per l’assalto degli ultrà che quattro anni fa - per un paio d’ore - seminò il panico nella zona della stazione.

Gli avvocati difensori hanno sostenuto davanti al gup che «mancano gli elementi oggettivi e soggettivi per arrivare a una condanna per devastazione e saccheggio» e chiesto in subordine la condanna degli ultras per danneggiamento.

La scorsa udienza il sostituto procuratore Maria Paola Asara aveva ricostruito i fatti e differenziato le posizioni degli imputati attraverso l’attività di indagine consistita nell’identificazione delle persone dentro il pullman, i filmati acquisiti dalla polizia giudiziaria, i riscontri dei tabulati telefonici e le diverse testimonianze. Il pm aveva chiesto la condanna a pene che vanno da un massimo di otto anni a un minimo di tre anni e dieci mesi. Solo per uno era stata sollecitata l’assoluzione per carenza di prove.

I disordini di quattro anni fa si verificarono in occasione di un’amichevole che i rossoblù del Cagliari avrebbero dovuto giocare nel pomeriggio a Sorso, contro la squadra locale. Il piano dei tifosi cagliaritani scattò a fine mattinata. Improvvisamente la città si trasformò in un campo di battaglia.

Circa 180 appartenenti al gruppo degli “Sconvolts”, diretti a Sorso a bordo di tre pullman per assistere alla partita, decisero di fermarsi in via Padre Zirano vicino alla stazione. E scoppiò il caos. Le accuse da cui gli imputati devono difendersi sono molto pesanti: devastazione e saccheggio, lesioni gravi e possesso di artifizi pirotecnici e altri oggetti contundenti e atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive. Furono lunghe e articolate le indagini della Digos di Sassari in sinergia con i colleghi di Cagliari. Prossima udienza a fine ottobre. (l.f.)

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