La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il telegramma arriva in ritardo e perde il lavoro

di Luca Fiori
Sassari, il telegramma arriva in ritardo e perde il lavoro

La convocazione per firmare il contratto arriva tre giorni dopo la data fissata: il veterinario fa causa e ottiene 22mila euro

01 luglio 2021
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SASSARI. Quel telegramma preannunciato dalla Asl numero 5 di Oristano a un veterinario sassarese di 45 anni - in quel momento precario - che conteneva l’invito a presentarsi per la firma di un contratto di lavoro aveva mobilitato tutta la famiglia.

Per giorni, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre del 2013, il professionista e i suoi genitori avevano presidiato la cassetta postale lungo una strada provinciale alla periferia della città, in attesa di quella bustina gialla che conteneva la notizia tanto attesa a pochi giorni da Natale. Quando però finalmente il 5 dicembre di otto anni fa il portalettere aveva consegnato il telegramma spedito dall’azienda sanitaria il veterinario si era visto crollare il mondo addosso. La bella notizia per un nuovo lavoro si era trasformata in un incubo.

La comunicazione affidata alle Poste Italiane invitava infatti il veterinario a presentarsi a Oristano per sottoscrivere un contratto della durata di un anno con l’incarico di dirigente sanitario, il 2 dicembre del 2013: tre giorni prima della consegna del telegramma. Non potendo tornare indietro nel tempo, il veterinario aveva contattato immediatamente l’azienda sanitaria di Oristano. Spiegato il disguido, aveva chiesto una nuova convocazione, ma al suo posto - scorrendo la classifica degli aventi diritto - era già stato assunto un suo collega.

A quel punto, perso il lavoro, non gli era rimasto che rivolgersi a un legale e portare le Poste Italiane in tribunale. Qualche giorno fa il giudice Valentina Santa Cruz della sezione civile del tribunale di Oristano ha dato ragione al veterinario e ha condannato Poste Italiane a risarcire il professionista con poco più di 22mila euro. Il giudice ha accolto la richiesta del legale del veterinario, l’avvocato Piero Bertorino, riconoscendo che il ritardo che ha comportato la mancata firma del contratto di lavoro non poteva che essere attribuito a un disservizio delle Poste. Un danno che oltre al mancato stipendio aveva precluso al veterinario «la possibilità di maturare ulteriore punteggio - ha scritto il giudice nella sentenza - con conseguenze pregiudizievoli negativamente sul suo curriculum». Durante il procedimento i legali di Poste Italiane avevano sostenuto che il telegramma fosse stato spedito alle 11.30 del 27 novembre del 2013 e quindi in tempo utile perché il professionista (che dopo qualche anno di precariato è stato stabilizzato all’interno di un ente pubblico) potesse presentarsi a Oristano per firmare il contratto.

In realtà - è emerso durante il processo - non era proprio così. Il telegramma era stato dettato alle 11.46 e spedito alle 11.48 di quel 27 novembre - questo sì - ma per otto giorni era sparito e quando era ricomparso era ormai troppo tardi.


 

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