La Nuova Sardegna

Sassari

Il pm a Fadda: «Sia sincero questa è la sua occasione»

di Nadia Cossu
Il pm a Fadda: «Sia sincero questa è la sua occasione»

Il 46enne in aula ha continuato a negare di aver accoltellato la compagna a Sorso «Contro di me bugie. Preferisco marcire in galera che cambiare la mia versione»

20 luglio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Per oltre tre ore è rimasto aggrappato alla sua verità. Nonostante le domande a bruciapelo, nonostante le contestazioni. Tenace e granitico: «Non ho ucciso Zdenka, il coltello lo impugnava lei, è scivolata e si è ferita da sola. Quante volte ancora devo ripeterlo?».

Francesco Douglas Fadda, a processo davanti alla corte d’assise di Sassari perché accusato di aver ucciso il 15 febbraio del 2020 la compagna Zdenka Krejcicova (davanti alle sue due figlie gemelle), continua a fornire la stessa versione su come andarono le cose quel tragico giorno in un bar di Sorso.

Non servono nemmeno le parole del pubblico ministero Paolo Piras che a un certo punto interrompe l’esame della parte civile e si rivolge così all’imputato: «Questo è un momento cruciale del processo, dica cosa è successo, sia sincero fino in fondo. Solo in questo modo potrà alleggerire la sua posizione». Ma Fadda non si muove di un millimetro, abbassa solo un po’ la voce mettendo da parte l’irruenza che a tratti ha contraddistinto i toni delle sue risposte alle domande dell’avvocato Pietro Diaz (che assiste i familiari della vittima insieme alla collega Teresa Pes). Per il resto non vacilla: «Io non sono un uomo violento e chi mi conosce lo sa. Preferisco marcire in galera piuttosto che raccontare una cosa al posto di un’altra solo perché è più credibile...».

Il sostituto procuratore Piras ne prende atto, torna a sedersi e l’esame dell’avvocato Diaz va avanti.

Sono tanti i nodi da sciogliere, le contraddizioni da chiarire, gli aspetti paradossali che rendono poco plausibile la verità dell’imputato: «Allora ci spieghi – chiede l’avvocato Diaz – perché quella sera Zdenka uscì di casa portando con sè un coltello? Se lei, come ci sta dicendo, non riesce a dare un senso a questo comportamento, è altamente probabile che quel fatto, dal punto di vista giuridico, non esista». Fadda ha smentito la testimonianza di chi il 15 febbraio dell’anno scorso lo vide entrare nel bar di Sorso con un coltello: «Quella persona ce l’ha con me e per questo ha detto una bugia. Avete dato credito a testimoni falsi. Il coltello lo teneva lei in mano, non so perché». Replica dell’avvocato Diaz: «Se le cose stano così significa allora che Zdenka aveva intenzione di suicidarsi?». «Non ho mai detto questo – risponde ancora l’imputato – Esistono gli incidenti, le disgrazie. Le sono andato incontro perché temevo che potesse far male alla bambina disabile che aveva in braccio, io tenevo per mano l’altra sorellina. All’improvviso Zdenka è scivolata, l’ho cinturata, eravamo tutti e tre a terra. È stato allora che si è ferita. Ma io non sapevo che la lama era andata tanto in profondità, non sanguinava, in macchina verso Ossi è addirittura passata dal sedile posteriore verso quello anteriore. Non pensavo fosse morta, l’ho scoperto la mattina successiva». E poi, indicando le sue stesse braccia aggiunge: «Ma vede come sono muscoloso? Se avessi voluto ucciderla il coltello sarebbe uscito dall’altra parte...».

Il presidente della corte Massimo Zaniboni ha rinviato a settembre per il controesame dell’avvocato difensore Lorenzo Galisai.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative