Il ricatto dei No Vax a Sassari: «Chiedi il green pass? Allora ti boicotto»
Recensione negativa a 1 stella a chi si adegua alle norme. I gestori raccontano le difficoltà, le minacce e le speranze
SASSARI. No vax: «Voi dal 6 di agosto richiederete il grenn pass all’interno del locale?».
Gestore: «Dentro ovviamente sì. Perché?».
No vax: «Bene, farò sicuramente una bruttissima recensione. Addio. Xché scendere a certi ricatti? Complimenti!!!».
Gestore: «Allora facciamo così, io non lo chiedo, poi quando mi chiudono il locale e mi fanno la multa, ci pensa lei a pagare le multe e gli stipendi ai dipendenti, va bene? Così non scendiamo a nessun ricatto».
Gestore: «Ah dimenticavo: Green Pass. Così lo scrive bene quando farà le recensioni. Buona giornata».
È iniziato il boicottaggio nei confronti dei locali che vogliono adeguarsi alle norme. L’arma dei no vax, come si evince dalla chat, è la recensione su Trip Advisor. Può sembrare una stupidaggine, ma anche una sola valutazione negativa può incidere pesantemente sull’attività di un bar o di un ristorante. E in un periodo come questo, dove l’ottanta per cento dei gestori sta solo cercando di sopravvivere, far leva sulle difficoltà e rigirare il coltello sa tanto di vigliaccata.
«Un mio collega mi ha girato lo screen shot della sua conversazione – spiega Francesco Masala, 38 anni, titolare del Carhiba Ristobar in piazza Caduti del Lavoro – e ho voluto condividerlo su Facebook per far vedere in che clima dobbiamo lavorare. Anche a me è successa la stessa cosa, però faccia a faccia. Una cliente affezionata mi ha detto che non metterà più piede nel mio locale perché io sarò uno di quelli che all’ingresso richiederà l’esibizione del green pass».
Cosa pensa di questo provvedimento?
«Noi abbiamo passato quasi due anni d’inferno, e chi non ha chiuso lo ha fatto con enormi sacrifici, lavorando gratis o in perdita. Io ho perso il 60 per cento dei fatturati, ho dovuto licenziare tutto il personale e rimboccarmi le maniche facendo turni nel locale anche di 16 ore per cercare di ammortizzare le spese. Quindi ben venga qualunque misura possa risultare utile a uscire definitivamente da questa terribile situazione. Io sono favorevolissimo al Green Pass, pur sapendo che potrebbe crearci non pochi problemi».
Ad esempio?
«Innanzitutto i controlli. Noi gestori siamo chiamati a verificare il possesso del certificato di avvenuta vaccinazione per chiunque entri nel nostro locale. Questo ci pone in una situazione complicata. Per prima cosa perché nessuno di noi, in questo momento, può permettersi di assumere personale per svolgere questa ulteriore incombenza. E quindi dovremo arrangiarsi sacrificando altro tempo ed energie. Ma l’aspetto più difficile secondo me sarà un altro. Ci saranno situazioni che non sapremo come gestire. Si presenteranno clienti che vorranno entrare senza green pass, che insisteranno, con atteggiamenti provocatori. Come dobbiamo comportarci? Che mezzi abbiamo per allontanarli? Mi auguro che ci sia un supporto da parte delle forze dell’ordine e dei controlli serrati anche da parte loro. Perché solo multando chi contravviene ai divieti si ottiene qualcosa. Il mio invito ad uscire dal locale non sarà di certo un infallibile deterrente».
Cosa pensa delle minacce di boicottaggio da parte dei no vax?
«Credo che prendersela con l’anello più debole della catena non abbia molto senso. I ristoratori e i titolari di bar stanno su una linea sottilissima di sopravvivenza. Siamo sommersi dai debiti, facciamo i salti mortali per pagarli. Io avevo investito nella realizzazione di un palco per le serate musicali, impianto acustico, insonorizzazione delle pareti. E la scelta era giusta. Dopo il primo lockdown sopra quel palco ci sono due tavolini con le sedie».
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