La Nuova Sardegna

Sassari

Centro storico, esposto in Procura

di Nadia Cossu
Centro storico, esposto in Procura

Petizione su change.org dei residenti della zona bassa: «Basta vivere nel terrore e nel degrado»

17 agosto 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Sul piede di guerra per tentare di porre fine definitivamente a una situazione che non sono più disposti a tollerare. Per questo i residenti del centro storico basso hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, alla prefetta D’Alessandro, al Comune e alle forze dell’ordine. E successivamente hanno avviato nella piattaforma “change.org” una petizione (in pochi giorni sono già state raccolte quasi trecento firme) che ha come oggetto la «dichiarazione dello stato di crisi nel centro storico basso».

L’esasperazione degli abitanti è arrivata a un punto di non ritorno e i cittadini che quotidianamente vivono nel degrado e nella paura hanno deciso di far sentire la propria voce anche in questo modo. Nel documento rilanciato sulla piattaforma (si può firmare cliccando sul link http://chng.it/9Cj5q7RQYG) elencano le situazioni maggiormente preoccupanti.

«Il centro storico basso di Sassari vive da anni una situazione di degrado urbano, sociale e culturale ed economico – spiegano – più volte segnalato attraverso raccolte firme, segnalazioni a mezzo stampa, denunce ed esposti da parte di singoli cittadini, associazioni, comitati, parroci e agenzie educative, a cui non è seguita la presa in carico da parte delle istituzioni, e conseguentemente delle forze dell’ordine, con azioni incisive e risolutive ma solo sporadiche e disgiunte». E per questa ragione, a loro dire, «in questo ultimo anno si è assistito a un esponenziale peggioramento: Sassari nel 2020 risulta la provincia meno sicura della Sardegna».

Si sentono abbandonati i residenti e lo hanno messo nero su bianco nell’esposto e nella petizione: «Non capiamo perché il centro storico, valorizzato in tutte le altre città, a Sassari si stia trasformando, col silenzio delle istituzioni, in un ghetto».

Portano all’attenzione di tutti la presenza di «fenomeni di criminalità organizzata con soggetti di varie nazionalità dediti a spaccio, prostituzione, furti e ricettazione. Si appropriano quotidianamente e prepotentemente di spazi pubblici, piazze e vie intere, sottratti alla libera fruizione dei cittadini». E ancora «consumo di alcol, cocaina, metadone, eroina in pieno giorno nei luoghi frequentati anche dai minori. Oltre a violenze fisiche e verbali nei confronti dei residenti».

Nel documento i residenti segnalano una «cronica mancanza di servizi come oratori, centri di aggregazione, dopo scuola, servizi per disabili, eventi culturali e sportivi fissi non sporadici, educativa di quartiere, mediatori culturali, servizi al cittadino e altri». Parlano di «strade dissestate, palazzi a rischio crollo, mancanza di illuminazione adeguata, sporcizia e rifiuti abbandonati».

Inevitabile, in un quadro così drammatico, la «fuga dei cittadini dal centro storico esasperati da anni di richieste di intervento sistematicamente inascoltate con il crollo del valore abitativo delle case del centro affittate spesso in nero a extracomunitari o persone indigenti che vivono in condizioni degradate sotto gli occhi di tutti». Da qui la richiesta di un’attivazione urgente di «strumenti di controllo, prevenzione e repressione in maniera costante, organizzata e risolutiva, insieme ad azioni programmate di valorizzazione delle risorse umane e ambientali per restituire vie e piazze occupate da spaccio, prostituzione e baby gang alla libera fruizione di tutti attraverso l’installazione di un sistema di videosorveglianza da parte del Comune». E ancora chiedono che venga garantita «un’illuminazione adeguata, strumenti di videosorveglianza collegati alle forze dell’ordine, presidi stabili di polizia di quartiere, standard di sicurezza igienico-sanitaria che oggi mancano e servizi costanti di carattere culturale e sociale». Vorrebbero, i residenti, che venissero anche «riportati al centro storico servizi, uffici pubblici e sportelli multiculturali».

In Primo Piano
Politica

Regione, la giunta Todde annulla la delibera per la costruzione di quattro nuovi ospedali

Le nostre iniziative