La Nuova Sardegna

Sassari

Chiamata al 113: «Venite, si stanno accoltellando»

Chiamata al 113: «Venite, si stanno accoltellando»

Giallo nella notte al centro storico, la polizia non trova nessuno ma scopre delle tracce di sangue

18 agosto 2021
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SASSARI. La segnalazione arrivata al 113 nel cuore della notte era chiara e dettagliata. «Venite subito in via San Cristoforo, si stanno accoltellando» ha detto un cittadino agli operatori del servizio di emergenza della questura.

Gli agenti di una pattuglia della squadra volante sono arrivati nel cuore del centro storico in pochi istanti, insieme a un’ambulanza del 118, ma quando poliziotti e operatori sanitari sono giunti nel punto segnalato da chi aveva dato l’allarme la strada era deserta.

Per terra c’era però una grande chiazza di sangue, prova che qualcosa di grave era effettivamente accaduto, ma dei contendenti nemmeno l’ombra. È possibile che le sirene e i lampeggianti abbiamo spaventato sia il ferito che gli aggressori e tutti abbiamo deciso di nascondersi per non raccontare alle forze dell’ordine il motivo di tanta violenza.

La serata movimentata per gli agenti della Volante è proseguita poco dopo, quando un’altra segnalazione giunta sempre al 113 ha riferito di un uomo ferito nei pressi del cavalcavia di viale Sicilia. I poliziotti hanno effettivamente trovato sul posto un cittadino straniero con delle abrasioni sul corpo, ma non è chiaro se i due episodi siano collegati.

L’unica certezza, stando al racconto dei residenti della zona di via San Donato, è che la notte quella parte di città diventa terra di nessuno. Lo spaccio della droga da quelle parti inizia già dalle prime ore del mattino, ma è quando tramonta il sole che i vicoli e le stradine del quartiere diventano quasi inaccessibili. Appena un mese fa una famiglia residente nel quartiere aveva lanciato una richiesta d’aiuto.

«Per rientrare a casa dobbiamo chiedere il permesso a questi signori che stazionano sul gradino del nostro portone e ci guardano con aria di sfida - avevano raccontato marito e moglie terrorizzati - se chiediamo di abbassare il volume della musica alle tre del mattino, se osiamo suggerire di non urinare in mezzo alla strada o supplichiamo queste persone di non spaccare bottiglie di birra nel cuore della notte siamo razzisti. No, sono siamo razzisti, siamo disperati perché da anni ci sentiamo assediati e privati della nostra libertà». (l.f.)

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