La Nuova Sardegna

Sassari

Tavolini, il regolamento in aula

di Giovanni Bua
Tavolini, il regolamento in aula

Ultimo atto del lungo iter del testo sul suolo pubblico, opposizione all’attacco: «Un fallimento»

08 settembre 2021
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SASSARI. Il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico arriverà nell’aula del consiglio domani pomeriggio. Lo stesso giorno in cui l’assessore Nicola Lucchi, che da un anno e mezzo porta avanti il non semplice percorso, cambierà ufficialmente delega, passando dalle Attività produttive alla Cultura. Non prima di aver portato a casa un documento importante quanto controverso, con le prime interlocuzioni iniziate nel 2019 e l’accelerazione a maggio scorso, con una bozza approvata in giunta che aveva fatto insorgere opposizioni e associazioni di categoria, che lamentavano di non essere state coinvolte nelle fondamentali scelte. Proteste rimandate al mittente con decisione, e un certo fastidio, da Lucchi, che da allora ha iniziato un corposo supplemento di interlocuzioni in commissione, in cerca di una massima condivisione che alla fine non è arrivata. Ieri mattina in commissione infatti, dopo il voto degli ultimi emendamenti, la proposta di delibera che porta in aula il regolamento è passata con il voto contrario del centrodestra e il centrosinistra che ha abbandonato polemicamente l’aula.

«Il testo – ha spiegato Lucchi a fine seduta – non è perfetto, nessuna regola lo può essere. Ed esistono mezzi per monitorarlo in continuazione, ed intervenire prontamente per correggerlo. Però ha grandi tratti di novità, semplificazione, modernità. Cura il rispetto di tutte le norme a salvaguardia dei beni monumentali e paesaggistici, così come del codice della strada, tutela la fruibilità degli spazi per l’intera collettività. Per la prima volta è prevista la possibilità di occupazione di suolo pubblico anche per attività commerciali e artigianali. Si propone come strumento di riqualificazione e valorizzazione dell'ambiente socio-urbano, dando regole certe e chiare per tutti. Affronta alcune criticità che ci sono state lasciate in erdedità, come quelle relative all’occupazione dei posteggi blu, dati in concessione alla Saba, prevedendo la possibilità di concordare direttamente con quest’ultima la subconcessione degli spazi, chiaramente a prezzi calmierati e senza dovere pagare, come ora, la Tosap. Ci abbiamo messo tanto per realizzarlo perché in tempi di guerra come questo non si fanno leggi di pace. Serviva più serenità e prospettiva. Abbiamo ascoltato tutti e preso le nostre decisioni».

A pensarla diversamente Mariolino Andria e Francesco Ginesu, che hanno annunciato il loro voto contrario parlando di occasione persa, di un testo che poteva fare molto di più e che certifica il fallimento politico di una maggioranza non capace di avere vera visione.

Sull’Aventino il centrosinistra, che dopo aver dato battaglia in commissione per settimane, lascia l’aula al momento del voto. «Tre mesi di discussione e finta condivisione con le associazioni di categoria e gli ordini professionali – attacca Fabio Pinna – in cui la politica non è mai entrata. In cui, nonostante i tanti contributi e suggerimenti, invece di decisi passi avanti c’è stato solo qualche timido passo di lato. Lasciando irrisolti nodi come le ingerenze della giunta, che deve essere “informata” della richiesta di nuove concessioni, la partita della Saba, pericolosa e discriminatoria, la distinzione tra diverse attività commerciali, che avrebbe risolto tanti problemi, e tra diversi ambiti urbani, il nodo delle fudeiussioni. Ma soprattutto fallendo completamente l’obiettivo di dotare il Comune di uno strumento davvero snello, veloce, innovativo, al passo con i tempi in un mondo che è cambiato. Nulla di tutto questo è stato fatto, e a questo fallimento non abbiamo intenzione di prendere parte».

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