porto torres
Non abbandonarono rifiuti, tre assolti
A giudizio erano finiti il titolare di un’impresa edile e due nomadi
02 ottobre 2021
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PORTO TORRES. Erano stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver «depositato in modo incontrollato» numerosi prodotti pericolosi come vernici, solventi e altri materiali edili all’interno di un capannone che si trovava nel campo nomadi di Ponte Pizzinnu, a Porto Torres. In questo modo, per la Procura, avrebbero «effettuato un’attività di raccolta, recupero e smaltimento di rifiuti pericolosi e non, in mancanza della prescritta autorizzazione nonché un’attività di realizzazione e gestione di una discarica non autorizzata destinata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi».
I fatti risalgono al 2018 e sul banco degli imputati erano finiti Andrea Nieddu, uno dei due amministratori dell’azienda Edilsystem (difeso dall’avvocato Paolo Spano) e Bruno Vasiljkovic e Goran Nikolic, di etnia rom (assistiti dall’avvocato Sabina Useli). Ieri tutti e tre sono stati assolti dal giudice Giulia Tronci.
A loro i carabinieri erano arrivati in seguito alla segnalazione di un altro amministratore dell’impresa edile che aveva notato un’auto ferma nell’azienda dismessa da tempo per via di una procedura fallimentare. Quando i militari erano arrivati sul posto avevano visto i due nomadi i quali avevano però spiegato di trovarsi lì perché autorizzati a prelevare il materiale da Nieddu. La difesa ha dimostrato in aula che nel campo di Ponte Pizzinnu quei rifiuti non erano stati abbandonati ma conservati in un ambiente chiuso e sigillato. Da qui l’assoluzione perché il reato non sussiste. (na.co.)
I fatti risalgono al 2018 e sul banco degli imputati erano finiti Andrea Nieddu, uno dei due amministratori dell’azienda Edilsystem (difeso dall’avvocato Paolo Spano) e Bruno Vasiljkovic e Goran Nikolic, di etnia rom (assistiti dall’avvocato Sabina Useli). Ieri tutti e tre sono stati assolti dal giudice Giulia Tronci.
A loro i carabinieri erano arrivati in seguito alla segnalazione di un altro amministratore dell’impresa edile che aveva notato un’auto ferma nell’azienda dismessa da tempo per via di una procedura fallimentare. Quando i militari erano arrivati sul posto avevano visto i due nomadi i quali avevano però spiegato di trovarsi lì perché autorizzati a prelevare il materiale da Nieddu. La difesa ha dimostrato in aula che nel campo di Ponte Pizzinnu quei rifiuti non erano stati abbandonati ma conservati in un ambiente chiuso e sigillato. Da qui l’assoluzione perché il reato non sussiste. (na.co.)