«Anticipiamo gli orari della movida»
La proposta: serve una legge regionale che aiuti a combattere l’abusivismo
13 ottobre 2021
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SASSARI. La proposta è di quelle rivoluzionarie: normare a livello regionale gli orari della movida, anticipandoli. Una proposta che Piero Muresu, in quanto rappresentante delle discoteche e titolare anche di un bar in via Torre Tonda, vuole presentare dopo una serie di incontri preparatori con la Fipe e altri colleghi del settore.
Una proposta che motiva su due fronti: «Il primo è quello della tranquillità e della sicurezza nei centri abitati – spiega –. È ovvio che più si dà l’occasione di fare molto tardi, più c’è il rischio di vedere in giro gente abbrutita e situazioni limite. Accorciando le serate, molti problemi verrebbero eliminati. Noi abbiamo già deciso di anticipare la chiusura del Blu Star alle 5 invece che alle 6,30 ma serve un confronto generale, la gente non può arrivare in discoteca alle 3 di notte quando, per giunta, non possiamo servire alcolici. Il primo problema – aggiunge – è che non esiste una normativa regionale sugli orari di chiusura e ogni sindaco decide per il proprio paese. Questo spesso crea anche problemi di migrazione da un centro all’altro, in più, come è facilmente immaginabile, i sindaci sono in difficoltà a essere sempre rigidi su queste disposizioni: se invece dovessero far rispettare una norma regionale, credo che sarebbero più liberi».
L’altro fronte è quello dell’abusivismo, da tempo chiamato in causa dai gestori delle discoteche: «Se un bar e un ristorante fanno intrattenimento, questa è un’attività accessoria e quindi non può andare avanti fino all’alba – dice –. Invece capita che finito di cenare si balla senza problemi e questo danneggia chi invece è strutturato per ospitare i balli e paga anche tasse e contributi in questo senso. Purtroppo i furbi ci sono sempre e mi rendo conto che fare i controlli per le forze dell’ordine non è semplice, specie nei paese. A Sassari devo riconoscere che la polizia locale fa bene il suo lavoro senza sconti per nessuno, come è giusto che sia. Ma una normativa che viene dalla Regione aiuterebbe molto anche in questo senso».
Una proposta che motiva su due fronti: «Il primo è quello della tranquillità e della sicurezza nei centri abitati – spiega –. È ovvio che più si dà l’occasione di fare molto tardi, più c’è il rischio di vedere in giro gente abbrutita e situazioni limite. Accorciando le serate, molti problemi verrebbero eliminati. Noi abbiamo già deciso di anticipare la chiusura del Blu Star alle 5 invece che alle 6,30 ma serve un confronto generale, la gente non può arrivare in discoteca alle 3 di notte quando, per giunta, non possiamo servire alcolici. Il primo problema – aggiunge – è che non esiste una normativa regionale sugli orari di chiusura e ogni sindaco decide per il proprio paese. Questo spesso crea anche problemi di migrazione da un centro all’altro, in più, come è facilmente immaginabile, i sindaci sono in difficoltà a essere sempre rigidi su queste disposizioni: se invece dovessero far rispettare una norma regionale, credo che sarebbero più liberi».
L’altro fronte è quello dell’abusivismo, da tempo chiamato in causa dai gestori delle discoteche: «Se un bar e un ristorante fanno intrattenimento, questa è un’attività accessoria e quindi non può andare avanti fino all’alba – dice –. Invece capita che finito di cenare si balla senza problemi e questo danneggia chi invece è strutturato per ospitare i balli e paga anche tasse e contributi in questo senso. Purtroppo i furbi ci sono sempre e mi rendo conto che fare i controlli per le forze dell’ordine non è semplice, specie nei paese. A Sassari devo riconoscere che la polizia locale fa bene il suo lavoro senza sconti per nessuno, come è giusto che sia. Ma una normativa che viene dalla Regione aiuterebbe molto anche in questo senso».