Furti di identità e documenti falsi: casi in aumento
Il fenomeno delle frodi creditizie e dei furti di identità in Sardegna è purtroppo diffuso. A dicembre un’analisi effettuata dall’Osservatorio che opera in entrambi questi ambiti, realizzato da Crif-M...
17 ottobre 2021
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Il fenomeno delle frodi creditizie e dei furti di identità in Sardegna è purtroppo diffuso. A dicembre un’analisi effettuata dall’Osservatorio che opera in entrambi questi ambiti, realizzato da Crif-MisterCredit, aveva piazzato l’isola all’undicesimo posto nella classifica delle regioni più colpite nei primi sei mesi del 2020. Funziona così: i truffatori rubano le identità delle vittime, sottoscrivono i contratti e prelevano il bene scelto, ma poi non rimborsano il finanziamento e non pagano il bene. A quel punto le finanziarie si rivolgono ai titolari delle identità rubate per chiedere la restituzione del denaro e solo allora si scopre la truffa. Tra le province, il maggior numero di casi (140) a Cagliari, 131 a Sassari, 62 nel Sud Sardegna, 43 a Nuoro e 39 a Oristano.
In alcuni casi, fortunatamente, si arriva a identificare i presunti responsabili. È in corso, ad esempio, nel tribunale di Sassari un processo a carico di due truffatori accusati di aver acquistato beni con l’inganno: elettrodomestici, telefonini e addirittura due automobili. Un imputato era finito nell’inchiesta perché secondo la Procura avrebbe avuto un ruolo in un’azienda sassarese dove sarebbero stati materialmente contraffatti i documenti. Mentre il secondo avrebbe beneficiato dei documenti falsi per aprire conti correnti e fare acquisti. Era stata la segnalazione di un direttore di banca, insospettito dalla documentazione presentata da alcuni individui per ottenere un prestito, a far scattare le indagini nel 2016.
In alcuni casi, fortunatamente, si arriva a identificare i presunti responsabili. È in corso, ad esempio, nel tribunale di Sassari un processo a carico di due truffatori accusati di aver acquistato beni con l’inganno: elettrodomestici, telefonini e addirittura due automobili. Un imputato era finito nell’inchiesta perché secondo la Procura avrebbe avuto un ruolo in un’azienda sassarese dove sarebbero stati materialmente contraffatti i documenti. Mentre il secondo avrebbe beneficiato dei documenti falsi per aprire conti correnti e fare acquisti. Era stata la segnalazione di un direttore di banca, insospettito dalla documentazione presentata da alcuni individui per ottenere un prestito, a far scattare le indagini nel 2016.
