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Sassari

Il Comune di Sassari si salva dal fallimento

Il Comune di Sassari si salva dal fallimento

Risarcimento da 43 milioni per la lottizzazione negata: il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar 

29 ottobre 2021
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SASSARI. La spada di Damocle che da anni pendeva sulla tenuta dei conti comunali ha smesso di terrorizzare Palazzo Ducale. In una sentenza di 19 pagine, il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del Tribunale amministrativo che aveva condannato il Comune a pagare all’Immobiliare San Giacomo 43 milioni di risarcimento, abbastanza da portare l’amministrazione cittadina al fallimento. Un’opzione non remota dopo la sentenza del Tar del 2020, alla quale il sindaco Nanni Campus aveva subito annunciato che si sarebbe appellato: «Senza lasciare scadere i termini, come invece era accaduto in passato». Un riferimento non troppo tenero al 2013, quando i giudici amministrativi si erano già espressi nel merito della questione, dando torto al Comune. L’Ente non aveva presentato ricorso e la sentenza era stata così resa definitiva.

Ricorso che invece è arrivato da parte del Comune ai primi di febbraio di quest’anno: in 43 pagine smontava quanto dichiarato dall‘Immobiliare San Giacomo e presentava tutti i punti per i quali la sentenza dovesse essere «integralmente riformata». Il 22 ottobre il Consiglio di Stato ha sostanzialmente accolto le motivazioni degli avvocati del Comune, ponendo la parola fine a una storia durata quasi trent’anni. «Siamo sicuramente soddisfatti di questo risultato, in cui in realtà abbiamo sempre creduto – ha commentato il sindaco Nanni Campus –. Finalmente chiudiamo una vicenda che si è protratta per troppo tempo e ha causato forti preoccupazioni, anche tra il personale del Comune che ha sempre svolto con attenzione il proprio lavoro, seguendo le norme».

All’indomani della sentenza del Tar, la società ha infatti presentato una richiesta di accesso agli atti per individuare i nominativi di chi, a vario titolo, era stato coinvolto nella vicenda – che a dire della San Giacomo – avrebbe causato gli ingenti danni lamentati. Questo perché la società intendeva valutare anche l’opportunità di rivolgersi al Tribunale e alla Corte dei Conti per accertare eventuali ulteriori responsabilità legate al grave danno economico che riteneva di aver subito.

«Tre pagine in cui la società ha chiesto “complete generalità” di dipendenti pubblici che non hanno fatto altro che fare il proprio lavoro. E se da una parte abbiamo immediatamente protetto queste persone da qualsiasi eventuale “violenza psicologica” alla quale avrebbero potuto sentirsi sottoposti, dall’altra ci siamo mossi con ancora più solerzia nell’avviare il ricorso, sicuri di avere il diritto dalla nostra. E i fatti ci hanno dato ragione», ha concluso il sindaco Campus.

Nel 1993 il Comune approvò un piano di lottizzazione da 100mila metri cubi in un’area di via Budapest, con due società interessate. Delle due, una chiese di stipulare la convenzione, ma successivamente fallì. La San Giacomo, che subentrò, dieci anni dopo si vide negata la convenzione perché – secondo gli uffici comunali – dopo 10 anni il piano non era più valido. Da lì il ricorso al Tar, vinto e passato in giudicato. E il calcolo del risarcimento: 42 milioni. E poi la successiva sentenza del Tar che diede ragione alla società e chiese al Comune di «presentare una proposta concreta di risarcimento». Il Comune ha scelto invece la strada del ricorso. E l’ha vinto.

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