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I turisti hanno riscoperto la domus de janas La Rocca

I turisti hanno riscoperto la domus de janas La Rocca

SEDINI. La domus de janas La Rocca è il monumento più noto di Sedini e uno dei i più importanti della nostra isola, tanto da essere definita la “cattedrale” delle domus de janas. Dopo lo stop dello...

30 ottobre 2021
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SEDINI. La domus de janas La Rocca è il monumento più noto di Sedini e uno dei i più importanti della nostra isola, tanto da essere definita la “cattedrale” delle domus de janas. Dopo lo stop dello scorso anno dovuto alle restrizioni Covid, finalmente quest’anno si è ritornati a numeri di visitatori quasi vicini al pre-pandemia.

Già migliaia di visitatori infatti hanno potuto usufruire delle visite fornite giornalmente dalle guide della cooperativa locale e delle informazioni dell’ufficio turistico. Grazie alla unicità del monumento, alla straordinaria stratificazione della storia nelle sue pietre e alla possibilità di visitare in un unico sito la cultura materiale, l’ambiente e il territorio, la grandiosa domus sta diventando volano e vetrina turistica del territorio, non solo di Sedini, ma dell’intera Anglona. Il complesso si presenta oggi come una serie di ambienti di varie epoche (dal Neolitico al Medioevo all'Ottocento) ricavati nella roccia viva, separati e integrati fra loro con solai e muratura, su tre livelli. Tutte le trasformazioni che ha subito nel corso dei secoli l'hanno resa parte viva del paese. Oggi ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell'Anglona e naturalmente la tomba neolitica. Il museo è costituito da un autentico patrimonio di reperti etnografici ed è articolato in modo da rendere fruibili tutti gli ambienti, facendo spiccare la caratteristica unica del sito, cioè la straordinaria continuità di utilizzo che si estende nell'arco di 5000 anni. Una parte conserva intatta la struttura medievale, con il focolare scavato al centro della stanza nel pavimento roccioso, scale a chiocciola ricavate nella viva roccia mentre un altro spazio espositivo è riservato alle mostre permanenti: una mostra fotografica corredata da pannelli sul territorio di Sedini (paesaggio, siti archeologici, flora e fauna), una ricostruzione di ambienti di vita del secolo scorso, con oggetti e utensili di uso quotidiano, domestici e da lavoro, a partire dal 1700, tra cui spiccano gli amuleti e gli scapolari specchio di un'esistenza fatta di credenze e superstizione. Infine la parte più antica, costituita dalla tomba neolitica, in cui si può ammirare la ricostruzione di una sepoltura.

«Siamo particolarmente felici di vedere, dopo anni di lavoro, tantissimi turisti che visitano il centro storico, ricco di scorci caratteristici e case scavate nella roccia o le chiese campestri, o ancora visitatori con zaino in spalla lungo i nostri percorsi di trekking tra canyon e vallate - spiega il vice sindaco con delega al turismo Domenico Sanna - e quest’anno sono state ripulite anche la necropoli di Li Algasa e S’Ena Culadora, con le giornate dedicate dalla Soprintendenza nelle Giornate europee del Patrimonio e con l’apertura della domus nel mese di ottobre, per le giornate del FAI d’autunno».

Mauro Tedde



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