La Nuova Sardegna

Sassari

«Salvate la torre aragonese noi pronti a collaborare»

di Gavino Masia
«Salvate la torre aragonese noi pronti a collaborare»

Il sindaco Mulas: «Il monumento è in degrado mentre bisognerebbe valorizzarlo» Il Demanio non risponde e l’Autorità portuale si tira fuori: «Non è nostra» 

04 novembre 2021
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PORTO TORRES. Lo stato degrado in cui versa da qualche anno la torre aragonese – interdetta sia all’amministrazione comunale sia ad associazione ed enti che la volessero utilizzare – è stata segnalata dal sindaco Massimo Mulas all’Agenzia del demanio e all’Autorità di sistema portuale. Nei mesi scorsi, infatti, il primo cittadino ha scritto una lettera ai due enti per chiedere un intervento di messa in sicurezza di uno dei simboli della città.

Nel documento, Mulas esprime preoccupazione per le condizioni del monumento. «Ha quasi 700 anni di storia e, dopo l'intervento degli anni Ottanta da parte della Soprintendenza ai Beni architettonici, la torre è stata lasciata al degrado delle intemperie: abbandonata al suo triste declino non è fruibile per visitatori e turisti. Trattandosi di un bene del demanio storico-artistico archeologico ritengo opportuno richiamare l'attenzione per attivare un intervento manutentivo di somma urgenza».

La lettera si conclude con la disponibilità del Comune ad attivare ogni forma di collaborazione per la gestione e la valorizzazione della torre. L’unico ente che ha avuto la cortesia di rispondere è stata l’Autorità di sistema portuale, col presidente dell’Adsp Massimo Deiana, con parole che confermano quanto già stabilito in precedenza: «La torre non ha mai fatto parte dei beni demaniali gestiti da questo ente, come già esplicitato con comunicazione del 15 aprile 2015, ma rientra nella competenza dell’Agenzia del demanio che, pertanto, ne dovrà curare il relativo utilizzo».

Chiarito una volta per tutte il quesito, rimane però il fatto che il monumento è oggi fatiscente. Il gradino in legno della scala di accesso alla torre è rotto da anni e diversi turisti hanno rischiato di farsi male nel tentativo di fotografare la fortezza che si affaccia sul porto e sulla città. I vetri delle due finestre non esistono più e all’interno sono visibili le crepe sui muri perimetrali. Le intemperie e la mancanza di manutenzione da oltre venti anni, hanno fatto il resto.

«La torre aragonese ha una caratteristica che la rende unica – dice l’assessora ai Beni monumentali, Maria Bastiana Cocco – e basta scorrere i dipinti e le foto antiche del porto per comprendere come la sua presenza imponente sia rimasta un punto fermo, intorno a cui hanno ruotato piccole e grandi rivoluzioni che hanno interessato lo scalo. Da secoli accoglie chi arriva dal mare e sui social viene fotografata come il primo monumento che si incontra sulla terra sarda».

Per l’esponente della giunta Mulas è un vero peccato vederla non valorizzata come merita: «Come amministrazione abbiamo sempre detto di essere pronti a fare la nostra parte e chiediamo a chi ne ha la responsabilità di metterla in sicurezza e restaurarla. È frustrante non poter intervenire direttamente su beni di così grande valore che ricadono nel territorio comunale ma siamo convinti che con la collaborazione degli enti preposti la torre tornerà all'antico splendore».

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