La Nuova Sardegna

Sassari

«Isolata dal mondo e coi capelli rasati»

di Nadia Cossu
«Isolata dal mondo e coi capelli rasati»

Presunta vittima di maltrattamenti in aula: «Il compagno di mia madre mi minacciava, ho dovuto anche lasciare la scuola»

07 novembre 2021
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SASSARI. Una folta e fluente chioma scura che agita delicatamente per mostrarla al giudice: «È la prima volta che ho i capelli così lunghi da quando lui è andato via di casa – racconta con la voce spezzata dalle lacrime una (oggi) ventenne vittima di presunti maltrattamenti – Mi costringeva a tagliarli».

«Tagliarli di quanto?» chiede il giudice Giulia Tronci. «Me li faceva rasare a zero, con la macchinetta».

È una testimonianza drammatica quella resa in aula da una giovane che con grande fatica e sofferenza ha provato a ricostruire i tormenti, le umiliazioni, le privazioni e le minacce che avrebbe subito da parte del compagno (convivente) di sua madre. Un racconto fatto quasi sottovoce, un po’ per pudore, un po’ per paura. «Mi diceva che ero una poco di buono, voleva isolarmi impedendomi di avere contatti al di fuori della mia famiglia. Mi rompeva i telefonini, mi ha costretto a lasciare il ragazzo che mi piaceva, diceva che lo avrebbe picchiato e avevo paura per lui».

L’imputato, presente in aula accanto al suo avvocato difensore Salvatore Castronuovo, non ha accennato la minima reazione. Ha ascoltato in silenzio quelle terribili accuse che gli venivano rivolte. E che non erano nemmeno contenute nella denuncia che lo ha fatto finire in tribunale imputato di maltrattamenti.

Nel 2018 erano intervenuti i carabinieri per quello che è stato definito l’episodio scatenante: l’uomo avrebbe infatti usato una canna da pesca per colpire la giovane (all’epoca 17enne). Ma poi in aula, due giorni fa, è venuto fuori molto di più. È come se la giovane si fosse liberata, tra le lacrime, di un peso che portava dentro. Ha raccontato di posacenere e piatti che volavano per casa quando lui si arrabbiava, di minacce con un bastone («di quelli che si usano per sistemare la legna nel fuoco»).

E poi il resto: «Entrava con la mia password su Facebook e mi faceva litigare con tutti. Sempre nel tentativo di isolarmi. Non sono più andata a scuola perché non voleva e mi ha fatto ritirare. Non avevo più amici, compagni di classe, fidanzatino. Ero sola». Un isolamento deleterio, soprattutto quando si vive un’età delicata come l’adolescenza. E infatti, in un momento di particolare debolezza, la giovane avrebbe tentato il suicidio. «Mi sembrava l’unico modo per uscirne...» ha confessato al giudice.

Oggi però è più forte, ha ripreso in mano la sua vita, si è iscritta di nuovo a scuola, frequenta la seconda superiore.

E soprattutto si è fatta crescere i capelli, lunghi oltre le spalle. Come desiderava anni fa.

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