La Nuova Sardegna

Sassari

Neonatologia e virus, un reparto all’avanguardia

Neonatologia e virus, un reparto all’avanguardia

Giornata della prematurità: durante la pandemia presi in carico 47 bambini nati da mamme positive

20 novembre 2021
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SASSARI. Nel secondo anno della pandemia da Covid, in occasione della ricorrenza della Giornata mondiale della prematurità, il pensiero degli operatori della Neonatologia, Nido e Tin dell’Aou di Sassari è rivolto, come sempre, ai bimbi “nati troppo presto”. Quei piccoli venuti al mondo prima che si sia completata la 37esima settimana di gestazione e che lottano con tutte le loro forze per aggrapparsi alla vita.

Il grande lavoro di cura e assistenza dei neonati pretermine in questo periodo pandemico non è mai venuto meno. Il team guidato da Giorgio Olzai ha preso in carico 47 bambini nati da mamme positive al Covid. Di questi 4 fortemente prematuri, nati tra la 31esima e la 32esima settimana, con bassa carica virale. A loro si è aggiunto un bimbo di pochi giorni, arrivato da un altro ospedale, con infezione respiratoria da Sars Cov-2.

Ma ci sono stati anche gli altri piccoli, quelli negativi, quelli con problemi cardiaci e neurologici, arrivati dai centri nascita di Alghero e di Olbia, in alcuni casi anche da Oristano e sud Sardegna. In un anno sono stati 315 quelli di cui si è presa cura la Neonatologia.

E poi c’è il nido che nel 2020 ha visto venire al mondo 1.312 piccoli mentre quest’anno, con il dato aggiornato a questi giorni, i piccoli arrivati al nido sono stati 1.138.

A caratterizzare l’operato della Neonatologia è sempre stata l’apertura della struttura ai genitori dei piccoli. «Lo scorso anno abbiamo chiesto un enorme sacrificio alle famiglie – dichiara il direttore della struttura Giorgio Olzai – e, in molti casi, abbiamo dovuto rinunciare a quelle che erano le prerogative di una grande famiglia “aperta”». E così sono state limitate le visite dei genitori che prima avvenivano 24 ore su 24. «Per garantire la sicurezza dei piccoli contro il virus – prosegue Olzai – siamo stati costretti a ridurre le presenze dei genitori in reparto. Questo è stato un vero e proprio colpo al cuore per tutti noi operatori».

Col tempo quel sentimento iniziale di preoccupazione ha, però, lentamente lasciato il posto alla speranza del cambiamento. Infatti, la volontà di non far perdere quel contatto tra genitori e bimbi non è mai venuta meno. È stato avviato il “rooming in”, anche per le mamme Covid e così le neo mamme hanno potuto tenere il loro piccolo in stanza, con l’attento monitoraggio e supporto delle ostetriche. Una pratica, questa del “rooming in”, che oltre ad agevolare l’allattamento al seno, consente di sviluppare un forte legame mamma-bambino.

Da quest’anno la frequenza di accesso al reparto al primo piano del Materno infantile è aumentata. Per le mamme l’ingresso avviene con una durata più lunga e nel rispetto delle regole per l’accesso alle strutture sanitarie: il possesso del green pass da vaccino o da tampone fatto ogni 48 ore.

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