La Nuova Sardegna

Sassari

guerra tra camion di panini in piazzale segni 

Stalking a un’ambulante il pm: «Tre mesi al collega»

Stalking a un’ambulante il pm: «Tre mesi al collega»

SASSARI. Atti persecutori che secondo il racconto della vittima sarebbero andati avanti per più di dieci anni, tanto da costringerla a ricorrere alle cure del Cim (centro di igiene mentale) di...

27 novembre 2021
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SASSARI. Atti persecutori che secondo il racconto della vittima sarebbero andati avanti per più di dieci anni, tanto da costringerla a ricorrere alle cure del Cim (centro di igiene mentale) di Sassari. Fino all’episodio culmine che l’avrebbe convinta a sporgere denuncia nei confronti di un collega.

I protagonisti di questa vicenda approdata in tribunale sono un uomo e una donna, commercianti ambulanti itineranti. Per la precisione proprietari di due camion-bar che sono soliti stazionare in piazzale Segni, a fianco al Palaserradimigni. E sarebbe proprio in occasione di una partita della Dinamo che l’esasperazione della donna avrebbe raggiunto il massimo livello facendo maturare in lei (anche se lo fece a distanza di due mesi) l’intenzione di denunciare il collega. Perché quel giornol’imputato – notando che sopraggiungeva la collega – «disponeva varie panchine al suolo – scriveva la Procura – occupando un’area ben più vasta di quella necessaria per svolgere la propria attività al fine di non consentire il parcheggio del carro bar della donna, costringendola a spostarsi, anche in tale occasione ingiuriandola con epiteti quali “tr...”, “put....”, “infame”».

In altre occasioni, nelle piazze del Nord Sardegna, la parte offesa avrebbe raccontato di esser stata ingiuriata e minacciata. Secondo il pm l’intento dell’imputato, un 49enne sassarese, sarebbe stato quello di «eliminarla quale concorrente di lavoro, dicendole di andarsene da quel determinato luogo e che avrebbe ammazzato lei e suo marito» oltre ad apostrofarla con frasi volgari e offensive. Il pubblico ministero, al termine della discussione davanti al giudice Sergio De Luca ha chiesto la condanna dell’imputato a tre mesi di arresto. Mentre l’avvocato difensore Luigi Esposito ha chiesto l’assoluzione. Il legale ha sottolineato innanzitutto l’enorme lasso di tempo in cui la presunta vittima avrebbe sopportato questi atteggiamenti: «Se una persona si sente realmente minacciata – ha spiegato Esposito – perché mai aspettare vent’anni per sporgere denuncia?». Altra incongruenza sarebbe l’episodio definito culminante: «Durante le partite della Dinamo piazzale Segni è circondato dalla polizia locale. Possibile che se si fosse verificato un così grave episodio gli agenti non se ne sarebbero accorti o comunque che qualcuno non avrebbe chiesto un loro intervento? E perché, anche quella volta, denunciare dopo due mesi?». Il giudice ha rinviato per la sentenza. (na.co.)

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